ai pittori Ettore Canepa

alle opere
ai racconti

Ettore Canepa Spotorno 1920 Pietra Ligure 2009 da una sua auto biografia:

Sono nato e vivo a Spotorno; è naturale quindi, che la mia tematica sia influenzata da questo luogo.

Ho cominciato a dipingere paesaggi, fondali marini, persiane, fossili.

Dentro ai miei quadri vi è sempre Spotorno, ma Spotorno non ha la fisicità; ho cercato di far penetrare l'atmosfera di questo stupendo paese, dove i toni o sono troppo forti o troppo tenui; come le stagioni, o troppo piene o troppe vuote.

IL sole, il vento, il silenzio, il cielo, il mare, il bosco, la spiaggia, i muri, la gente e tutta la testimonianza di quell' invisibile che sfiora il quotidiano ed accarezza i sensi. Questa è la mia ricerca La riuscita non lo sò e forse non mi interessa saperlo.

Spesso mi chiedo perché ho fatto questo quadro; parafrasando Andrè Gide, mi rispondo ché: "Non ho potuto fare a meno di dipingerlo più di quanto non posso fare a meno oggi di averlo dipinto".

Per me operare vuol dire attingere all' esperienza e alla cultura. La prima intesa come diretta sperimentazione dei dati che la vita ci pone di fronte, la realtà che ci costringe a trasalire . La seconda come un lunga serie di risposte sperimentate ed acquisite nella mente e nel cuore.

Fare arte è il momento in cui le due sensazioni si concretizzano in un tutto omogeneo per costruire un' altra cosa , i cui materiali che la compongono sono facilmente riconoscibili. Cosi che il dipinto come atto umano, registra la capacità, il vigore, il carattere dell' uomo , in quadri fisicamente reali.

Nulla vorrei che fosse perduto in questa dialettica del vivere giornaliero nella operosità. Sentire che le forme si aprono come si apre la memoria a tutta la sollecitazione dell' esperienza, che si arricchiscono e si perpetuano nella logica del loro organico sviluppo; è questa, ripeto, la costante del mio operare, del mio gioire, del mio soffrire attraverso la coscienza e l' entusiasmo del dipingere