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Postfazione
L’opera di Giuliano è costantemente pervasa da una musicalità diffusa che si
vale di immagini reali, da cui la poesia traspare con immediatezza, assieme ad una
liricità di fondo sensibilmente vissuta e partecipata. Il nostro poeta, come chi guarda
con occhio amoroso ciò che vede, è attratto dalla concretezza di ciò che lo circonda e
di cui è intuitivo a tradurre in appropriate immagini il messaggio latente che in quelle
fenomenicamente si presenta e che, altrimenti, nelle stesse rimarrebbe sottaciuto.
Umanamente partecipe di un tempo incerto e confuso, Giuliano sa risolverne in
armonia le più vive contraddizioni: talora giustapponendo immagini apparentemente
contrastanti, ma che, come colpi di pennello dei Macchiaioli, inspiegabilmente
assurdi ad uno sguardo analitico, si trasformano ad un'osservazione globale in
qualcosa di vivamente godibile e significativo. In tutte le poesie si avverte sempre un
fluire scorrevole e armonioso, realizzato con parole semplici e consuete, ma
attraverso la paziente tecnica di chi con avvedutezza sa disporre “scaglie e massi” al
fine di costruire “magiche maxee” a sostegno di “poetiche fasce”.
Pur fra la prevalente disposizione ammirativa, non di rado tornano in lui
reminiscenze storiche di situazioni penose e sofferte, di cui, con tecnica
nominalistica, sa far emergere dal passato, con iconica evidenza, il rischioso e
avventuroso coraggio di intrepidi spotornesi d’altri tempi, forse di suoi antenati.
Senza affatto lasciarsi andare ad uno scadente patetismo, il nostro Poeta rivela
comunque una diffusa simpatia per tutte le cose più umili, per le più ordinarie
vicende umane e soprattutto per il ricordo di usanze paesane, per obsolete
terminologie lessicali e per quanto di arcaico e di caratteristico ancora si conserva al
presente.
Nel leggerne le composizioni, è inevitabile non arrivare a scorgere nel nostro
Autore il dialogo interiore che in lui dialetticamente avviene tra documento e
fantasia: fino ad arrivare, con perizia di modi espressivi, a che le cose si trasformino
in pittura.
Anche se, come si è già detto, l' interpretazione del passato si traduce in versi, da
cui traspare una residuale malinconia, meglio che da una matrice psicologica, la
poesia di Giuliano si origina dalla suggestiva emotività, che Egli sa evincere dall'
intimo significato delle cose.
Con il suo esprimersi mediante immagini consuete e comuni, ci lascia supporre
pure di voler documentare il linguaggio quotidiano: nei confronti del quale affida ai
momenti lirici di esternare la propria partecipazione a quanto in esso si cela di vissuto
e condiviso.
Inoltre, con il suo esprimersi in Vernacolo Spotornese: correttamemte scritto
secondo la grafia del Puro Vernacolo Sabazio, di cui lo Spotornese è intrinseca
variabile ulteriormente ponentina, Giuliano si affianca al gruppo di coloro che sono
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