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favorirono l’avvento del fascismo. A vent’anni fu uno dei
fondatori della Lega socialista di Oneglia, dove la sua
famiglia si era trasferita. Subì numerose condanne in quegli
anni febbrili. Più volte in prigione, coatto alle Tremiti e a
Ponza, esule a Marsiglia nel 1894 e 1896, fu spinto lontano
dall’Italia. Nel 1899, con la minaccia in patria di 17 anni di
carcere, si stabilì in Svizzera dove (tolto il periodo il periodo
dal 1902 al 1903 in cui a NewYork diresse un giornale
socialista) rimase sino al 1911. In Svizzera, divenne il maggior
propagandista e organizzatore socialista fra gli emigranti
italiani, entrando in contatto con fuoriusciti politici di tutta
Europa. Tornato in Italia e messosi in vista come uno degli
esponenti della sinistra del partito, nel settembre 1914
diventò direttore dell'Avanti! conducendo un'intransigente
campagna contro l’intervento italiano nella prima guerra
mondiale. Arrestato e condannato dopo i moti per il pane di
Torino nel 1917, venne amnistiato nel 1919. Fu a capo dell'ala
massimalista del PSI e spinse il partito ad aderire alla Terza
Internazionale, rifiutandosi di seguire la richiesta di Mosca di
espellerne i riformisti. Dopo la scissione comunista del 1921 e
quella riformista del 1922, costituì la frazione
“terzinternazionalista”. Aderì successivamente al Partito
Comunista d’Italia (1924) sostenendo le posizioni di Antonio
Gramsci. Fervente antifascista subì persecuzioni e violenze.
Morì, a 54 anni, nel 1926, colpito da un attacco cardiaco
mentre risaliva un sentiero di montagna per recarsi ad una
riunione clandestina del Comitato Centrale del Partito
Comunista d’Italia. Il suo funerale rappresentò l’ultima
grande manifestazione pubblica del movimento operaio
prima dell’emanazione delle leggi eccezionali fasciste.

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