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Prefazione
In questo libro che raccoglie la recente produzione poetica di Giuliano Meirana
si apprezzano le caratteristiche essenziali dell'ispirazione del poeta di Spotorno che,
tra l'altro, ha ricevuto negli ultimi tempi riconoscimenti e valutazioni critiche
importanti. Le sue cifre essenziali sono una chiarezza comunicativa che può sembrare
semplicità ma che è ricca di contenuti, una concisione che evita complicazioni
intellettuali e punta alla comunicazione del sentimento e soprattutto una vena
musicale d'altri tempi. L’arte consta di due elementi essenziali: intuizione e
comunicazione.
Se in un'opera c’è solo il primo momento si cade nell'ìntellettualismo
estetizzante; se c’e solo il secondo si finisce nel vaniloquio. Nelle sue poesie Meirana
parte dall'osservazione di un mondo piccolo, provinciale e fresco, fatto di immagini,
visioni e ricordi.
Questo atteggiamento si costruisce su alcuni terni essenziali che avevano
contrassegnato la sua opera precedente. Anzitutto predomina l'amore perla natura e
per il paesaggio di cui viene colta l'essenza; per questo il particolare è un frammento
di un valore universale. C'è il segno di un’anima Ligustica che il lettore può
apprezzare in “MAXEE”, le brevi fasce di terra contenute da muri a secco,
espressione di geniale ingegneria popolare, retaggio di una cultura atavica e
monumento della fatica dell'uomo.
Un secondo elemento tematico è il recupero della memoria del tempo antico,
una rivisitazione sentita come essenziale radice dell'anìmo senza nostalgie ma come
un punto fermo nell’inarrestabile evoluzione del tempo. In tale ottica acquista un
senso positivo anche il richiamo alla vicenda delle emigrazioni pauperistiche che tra
ottocento e novecento hanno spopolato la Liguria; non dispiace nemmeno la velata
polemica che traluce negli ultimi versi di ‘“N’atra Liguria”. Cè insomma tutto il
contenuto di una positiva moralità.
Però sono molto apprezzabili anche gli aspetti formali e tecnici che fanno della
poesia di Meirana un unicum nella nostra regione, un carattere distintivo di
immediata riconoscibilità. Pochissimi sono in grado di usare così abilmente la rima e
i versi brevi (quinario, senario, settenario) come Meirana. Ne deriva un tono di
immediata musicalità cantabile che richiama alla memoria reminescenze dalla
tradizione settecentesca del Meli siciliano e del genovese Frugoni. Però la
rivisitazione si vale di un tono espressivo tutto moderno, una sorta di impressionismo
descrittivo, costituito di flash illuminanti inquadrati in poesie addirittura prive del
verbo. Per rendersi conto è sufficiente leggere “ATTIMU” e “CULURI DA VITTA”.
L'anaforesi di PAROLLE, richiama influssi della poesia francese novecentesca
(Prevért) anche se nei transalpini c'è un più tangibile sviluppo narrativo.
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