Page 5 - merged_2024_07_30__22-50-12
P. 5

PREFAZIONE

            di Miria Cerutti

            Questo documento è rimasto sepolto in un cassetto per circa trent'anni, da
            quando   fu   chiesta   una   copia   all'Archivio   di   Stato   di   Genova,   per   una
            pubblicazione più ampia su Spotorno.

            L'argomento è quanto mai attuale e ci racconta di come nel passato si
            arginavano le epidemie, la piaga del contrabbando e il pagamento delle gabelle.
            Il   capitano   ingegnere   Girolamo   Gustavo,   cartografo   savonese,   diplomato
            all'Accademia di Archiettura Militare di Bassignani, ci relaziona sulla posizione
            e la consistenza delle Casette di Sanità nel territorio di Spotorno.

            L'ispezione del capitano Gustavo avviene prevalentemente dal mare perchè, in
            quel tratto di costa, orograficamente distinto da Bergeggi e da Spotorno, non
            c'era nè la ferrovia, nè la statale.

            Prima di lui, un'altra relazione celebre è quella di Andrea Centurione – Capitano
            delle Milizie 1588, in quel caso, le motivazioni erano la difesa militare di
            Spotorno, della costa e dell'entroterra.

            Nel Cinquecento, a Spotorno, i posti di guardia erano collocati nei bastioni
            militari di ponente e di levante mentre, fuori dall'abitato: la Torre di Coreallo,
            quella   di   S.  Antonio   e   la   casetta   delle   Molline,   per   la   quale   vi   era   un
            avvicendamento tra gli uomini di Spotorno e quelli del Segno.


            Le piccole comunità non erano particolarmente solerti in questo servizio assai
            scomodo e sovente inviavano "rogazioni" alla Repubblica per avere la dispensa.
            Gli ufficiali controllavano la patente di Sanità dei viaggiatori, che attestava la
            loro   provenienza   da   un   luogo   privo   di   contagio,   di   solito   un   porto   del
            Mediterraneo. Chi era sprovvisto della patente era messo in quarantena nei
            lazzaretti, per evitare il diffondersi di epidemie.


            Le casette di sanità, erano ben poca cosa da un punto di vista edile. Erano fatte
            di "matteria" mattoni, avevano un tetto a spiovente e un piccolo finestrino. Lo
            spazio interno era molto angusto e conteneva al massimo due guardie, che
            potevano ripararsi in caso di maltempo.

            La ronda si svolgeva con un pattugliamento notturno dalla spiaggia e dal mare.
            Nel Settecento, venuti meno i pericoli dall'entroterra, la Repubblica Genovese
            revisiona più volte le postazioni di sorveglianza. Il più completo censimento è
            quello contenuto nell'Atlante di Matteo Vinzoni, al quale fa riferimento anche il
            Capitano Gustavo.


                                                   5
   1   2   3   4   5   6   7   8   9   10