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non viene  attribuito loro un nome. Viene anche registrato, negli
       atti di morte, il battesimo di un feto abortito “a circa quattro
       mesi dal concepimento”. La madre, Maria Caterina moglie di
       Lorenzo Berninzoni, muore il giorno dopo.
       Anche i bambini esposti venivano subito battezzati. Dal 1717 al
       1744 sono ritrovati, come è scritto negli atti, “nei confini di
       questa parrocchia” (2) 35 bambini, 13 maschi e 22 femmine (3).
       Di questi una sola è “cum schedula”, cioè insieme a lei è stato
       lasciato un biglietto per avvertire che è stata battezzata. Il nome
       della piccola, morta dopo alcuni giorni, è Maria Dorotea, nome
       che   significa   “dono   di   Dio”,   un   segno,   forse,   che   il   suo
       abbandono   è   stato   fonte   di   dolore   e   causato   da   situazioni
       insormontabili. Che venisse lasciato il nome veniva considerato
       un segno di attaccamento e anche un tentativo per facilitare un
       futuro riconoscimento. L'abbandono di M.Dorotea avviene nel
       marzo del 1744; dall'ottobre del 1746 al marzo del 1748 seguirà
       un numero impressionante di abbandoni, testimonianza della
       disperazione a cui era stata portata la popolazione dagli eserciti
       che si combattevano sul  territorio ligure. Nel 1746 vennero
       ritrovati quattro bambini di cui uno solo “cum schedula”; nel
       1747 sono esposti 19 bambini tutti battezzati tranne uno. Tra di
       essi vi è una bambina “dall'apparente età di dieci mesi” e un
       maschietto “dall'apparente età di un mese”, segno che era la
       speranza di farli sopravvivere che li faceva affidare alla carità
       pubblica. Chiudono questa terribile serie due bambine esposte
       nel marzo del 1748.
       La Chiesa era molto attenta nel controllare la legittimità delle
       nascite: essa viene indicata dalla formula “natus ex iugalibus”
       cioè  nato da coniugi. Si indicava il nome di battesimo di padre
       e madre, ma solo il cognome paterno, perché le donne, con il
       matrimonio, entravano pienamente nella famiglia del marito (4).
       Il   parroco   chiedeva   informazioni   su   quanto   andava   scritto



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