Page 12 - Atti Parrocchiali Biroli-definitivo-1
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(4)Le   donne   prima   del   matrimonio   venivano   identificate
             come “figlie di”, dopo come “moglie di” o “vedova di”.
          (5)Sembra di capire che la prima registrazione venisse fatta
             su   un   singolo   foglio   e   che   poi   si   procedesse   alla
             trascrizione su registro di  un certo numero di atti. In
             alcuni casi infatti viene segnalato e corretto un errore nella
             cronologia.
          (6)Queste nascite numerose e ravvicinate sono la norma:
             Margherita Revello, moglie di Francesco, partorisce dieci
             figli in dodici anni. In queste famiglie numerose si trova
             lo stesso nome ripetuto due o tre volte, segno che i fratelli
             precedenti erano morti. In questo caso per esempio la
             piccola   Maria   non   sopravvive   e,   dopo   un   anno,   una
             seconda bambina viene chiamata con lo stesso nome.
          (7)Quando il cognome si riferiva ad un singolo si preferiva
             considerarlo come un aggettivo e, quando era possibile, se
             ne aveva una forma al maschile e una al femminile, per es.
             Petrus Rubeus e Maria Rubea. Per indicare il suono “J”,
             estraneo al latino, ma presente nel dialetto, si usava la
             “X”, come già nel medioevo, e si scriveva, quindi, Frexia,
             Morixio.
          (8)La famiglia notarile è quella dei Benso (in questi atti il
             cognome è scritto con la “z” alla latina “De Bentiis”). E'
             registrata   la   nascita   di   tre   figli   di   Giovanni   Battista,
             l'ultima avvenuta nel 1724, anno in cui questo notaio fu
             costretto a lasciare il paese come risulta dalla petizione
             allegata ai Capitoli di Spotorno. Si può ipotizzare che egli
             (che   aveva   sposato  Aurelia   Muzio   di   Noli)   si   fosse
             schierato dalla parte dei Nolesi, nel loro scontro con il
             vescovo   e   don   Bado,   anche   se,   nel   1722   era   stato
             dichiarato non gradito come notaio del vescovo, perché
             nato a Spotorno e quindi “forestiero”.(Gandoglia pag.422)



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