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La domenica fatidica iniziava con il riempire con l’acqua di mare, raccolta
          in precedenza, un recipiente di lamiera zincata, appositamente modellato
          sulla misura del nostro focolare (di lato circa un metro), e accendere il
          fuoco. Ricordo che la canna fumaria “tirava” che era una meraviglia.
          La potenza del fuoco doveva essere tale da garantire l’evaporazione costante
          dell’acqua e mentre mia madre stava in casa per controllare il fuoco, io
          facevo la spola avanti e indietro dalla spiaggia per portare altra acqua da
          aggiungere a quella evaporata. Per fortuna abitavamo vicino alla riva, in
          Vico Paoli, e dove ora ci sono i giardini pubblici, la passeggiata a mare,
          condominii e automobili in transito o in parcheggio….. allora c’erano solo
          orti.
          L’operazione   andava   avanti   per   tutta   la   giornata   ma   alla   fine   era   una
          soddisfazione   vedere   una   strato   bianchissimo   di   sale   sul   fondo   del
          contenitore.
          Era di un bianco quasi abbagliante!
          Veniva raccolto con cura e messo in arbanelle. Non ricordo di preciso
          quanto se ne producesse ma eravamo sul chilo o poco più.









                                             Maria Anna  Rosa detta“Marinetta”
                                                        madre di
                                                     Caterina Maglio




























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