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IL RISVEGLIO DELLA FAVOLA
                            presentazione di Sergio Giuliani

          Sarà perché il terremoto delle abitudini e della prossimità con gli
          altri ci ha resi tanto meno “realistici” e un poco sognatori, siamo
          rientrati nel box dei bambini e abbiamo ripreso (l’aveva fatto, anni
          ed anni fa, Italo Calvino, da par suo) la fantasia e lo stile del
          narrar   per   favola.   Non   poteva   esimersi   da   questo   tipo
          sorprendente   di   scrittura   l’amico   Bruno   Marengo,   con
          un’operazione che desta il sorriso su un dramma che cade a
          sconvolgere un mondo minimo di persone cooperanti e buone
          che   lo   affrontano   negandolo   alla   radice   con   freschissima
          inventiva.
          Si rovescia, senza nulla perdere in serenità, un grave dramma
          familiare assumendo la morte e la “diversità” come una norma a
          cui   tutti   si   conformano.   Si   innesta   con   assoluta,   perfetta
          leggerezza,   sorretta   dai   bellissimi   disegni   di   Elisa   Traverso
          Lacchini la grande metafora di una “normalità” che sostituisce la
          norma (forse gli autori, Bruno ed Elisa, ci suggeriscono un’oasi di
          sopravvivenza che basta volere perché appaia nei nostri giorni
          grigi e li ricolori delicatamente). Fuor di ragione o, invece, con un
          progetto possibile; anzi dovuto, come afferma la frase ad esergo
          di Franco Calamida; ma allora questo rovesciamento è sì tenuto
          su   un   piano   linguaggio   di   bambini,   ma   è   legittimo,   credibile,
          risorsa a cui tutti dovremmo attingere.
          La “favola” (ma il lettore sia attento a non leggerla troppo alla
          svelta:   vi   si   soffermi   a   cercarne   una   serietà   che   è   anche   e
          soprattutto dolore risarcito!) non è divertissement, ma anche e
          soprattutto   il   segno   (vero,”nonno”   Bruno?)   di   un   dialogo   con
          l’universo  e  con  la logica  dei  bambini  che,  da  che  mondo  è
          mondo, coesiste con le esperienze, spesso dolorose, dei “grandi”
          e, col suo convinto esserci, le nega.
          Bruno ed Elisa ci regalano una lezione leggera come una piuma
          colorata, ma che ci parla, vicino vicino, di un bene supremo.
          Come la solidarietà!
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