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Per merito del volere di Dio o della natura,
entrambi imperscrutabili, il mare ritornò al suo
livello naturale e il paese ricominciò a vivere.
Molte cose però erano cambiate. Intanto, c’erano
state le elezioni comunali. Il sindaco Trombetta si
era dovuto dimettere a seguito di uno scandalo
provocato da una denuncia del maresciallo dei
carabinieri, che, poco prima di andare in pen-
sione, si era voluto togliere un sassolino dalla
scarpa.
Si trattava d’illeciti urbanistici che il mare-
sciallo aveva scoperto casualmente, mentre con-
duceva un’indagine su un’importante impresa
edilizia che faceva lavorare in nero dei lavoratori
extracomunitari senza permesso di soggiorno.
Il sindaco aveva tuonato, a destra e a manca,
sostenendo d’essere vittima del complotto di un
maresciallo carogna e della solita magistratura
politicizzata. Non si dava pace perché i lavoratori
extracomunitari, difesi dall’avvocato amico della
madre di don Lupo, se l’erano cavata.
“I clandestini in trionfo e gli onesti alla
gogna!”, andava ripetendo.
Il titolare dell’impresa edilizia, messo alle
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