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Presentazione



                               di Bruno Marengo




          “Tino Valente, spotornese d’adozione, inizia la collaborazione
          con ‘Il Sole sulla terra del golfo’ con la prima puntata di una
          storia del nostro paese visto, a partire dagli anni cinquanta,
          prima con gli occhi di un adolescente e poi con quelli di un uomo
          adulto, attraverso gli alti e bassi della vita. Tino Valente già dalle
          prime righe si dimostra acuto osservatore e scrittore brillante.
          Siamo   sicuri   che   ne   verrà   fuori   una   storia   assolutamente
          originale, tratteggiata con sapienti pennellate d’ambiente”.
          Questa   fu   la   presentazione   (apparsa   su   “Il   Sole”   uscito
          nell’ottobre del 2000) della storia a puntate scritta da Tino (a
          partire dalla sua prima amicizia spotornese con Sandrino Ferretti -
          che poi conquistò l’appellativo di “metronotte” per le scorribande
          notturne in motoretta - amicizia nata sul molo del Sirio), che va
          dai primi anni ’50 ai primi anni ’60. Una storia - “Straniero in
          patria” - raccontata con gli occhi di un ragazzino e poi via via con
          quelli di un giovane spotornese di adozione che sempre più si
          trovava in sintonia con tanti amici e con Spotorno di cui ha
          descritto personaggi, tic, vicende di comunità e di strapaese, con
          magistrali   pennellate   d’ambiente.   Un   paese,   Spotorno,   dove
          Alberto Lattuada aveva girato il film “la Spiaggia”, con Martine
          Carol e Raf Vallone. Vero evento dell’inizio anni cinquanta.
          “Il Sole sulla terra del golfo” è stato per molti anni un “periodico
          trimestrale d’informazione, cultura e politica del Comprensorio
          Spotorno, Noli, Bergeggi e Vezzi Portio” che si è avvalso di validi
          e qualificati collaboratori. Tino è stato uno di  questi e ci ha
          riportati, con leggeri tocchi di penna a “quegli anni”, quelli dei
          sonnolenti inverni e delle ruggenti estati al profumo dei krapfen
          Di Cesare.
          Tino sosteneva che tante altre cose si sarebbero ancora potute

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