Page 4 - libro cerutti casa
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L'orto e l'uliveto hanno sopperito alla nostra fame nel
periodo della seconda guerra mondiale 1940-1945. L'uliveto
dopo essere pulito, dissodato e concimato, da mio padre, da
mio fratello Gino e da me, fruttificava fino a 12 q.li. di olive,
equivalenti a 250 litri di olio, appunto negli anni quaranta. Però
occorre dire che mio padre tutte le mattine all'alba pescava
nella fossa biologica della casa e metteva il liquido in una
damigiana da trentacinque litri e la portava in spalla fino all'
uliveto. e così per un anno intero. Giunto li, faceva una fossa
attorno all'ulivo e versava la damigiana e poi copriva. Così
faceva con tutti gli alberi, ed erano 120.
Si accedeva alla casa da uno ingresso che olezzava di muffa e
di minestrone, nell'angolo a destra c'era una pompa a mano per
l'acqua, un tempo per attingere acqua dal pozzo, la scala
portava ai piani superiori, un corridoio a destra, salendo alcuni
gradini si accedeva nell'orto.
La cucina a sinistra del piano terra, era un vero spettacolo
multicolore: subito entrando, era munita a sinistra, di un
lavandino di marmo bianco e la finestra che dava in via
Mazzini. I fornelli della cucina a legna e carbone, il "ronfò", il
forno a legna. Era tappezzata di piastrelle colorate 20x20 di colore
blu, verde, giallo e rosso.
Nella parete tra i fornelli e il lavandino erano appesi tanti
utensili da cucina in rame: pentole, tegami, stampi per budino e
"testi" per la farinata in diverse misure. Vicino alla cucina c'era
la legnaia e da questo locale buio, si passava in un'altra camera
che prendeva luce da due finestre dell'orto.
Al piano superiore una camera a destra piccolina, che
prendeva luce da una finestra che dava nell'orto. Di fronte, la
sala con due porte finestre che davano accesso al terrazzo su
via Mazzini pieno di vasi di gerani, fucsie ecct.