Page 7 - pagine1-104
P. 7
“ A Dida"
di Giuliano Cerutti
Benedetta Beiso
Benedetta era il suo nome e pochi 1o sapevano: tutti la chiamavano. "a
Didin" o "a Dida
Nata nel 1881, morì a 7l anni. Viveva sola, nubile: spese una vita intera
dedicata alla Chiesa raccogliendo l'offerta per le sedie in uso a quei tempi.
La sua figura robusta, nascondeva un'aria schiva e bonaria al tempo stesso;
il suo parlare sopra tono, tradiva una debolezza d'udito, mentre gli occhi
sorridenti accompagnavano la sua parola arguta.
Per lunghi anni adempì l' incarico con estrema riservatezza; si muoveva tra i
fedeli con modi lenti e graziosi; tendeva la mano ma non mendicava.
Le S. Messe, i Vespri, le Novene, i Tridui, gli Ottavari, erano i suoi
appuntamenti amorosi con la Chiesa, dalla quale usciva ultima non senza
prima aver riordinato le sedie. La ricordo avvolta nel scialle nero dirigersi
verso casa a lenti passi, superata dai frettolosi passanti.
Vide passare guerre, rivoluzioni, distruzioni, lutti e rovine, personaggi di
ogni ceto e colore, uomini veri e falsi; a tutti ha porto una sedia e nel suo
gesto pareva dire "fermati, riposa".
L'ultima sedia la riservò per se stessa: era la fine dell'anno 1952. Morì, come
visse: senza far rumore. Finiva con lei un'era di cose semplici di vera
intimità paesana e di calore umano, dove tutti si riconoscevano solo col
soprannome.
7