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Lesta di nome, lesta di fatto
di Enrico e Pinuccio Bausone
Il tempo trascorre inesorabilmente, cancellando tradizioni, eventi e ricordi.
Per gli spotornesi, uno di questi è quello del luogo di nascita sulla loro carta
d'identità. Ormai non manca molto, speriamo il più tardi possibile: nato a
Spotorno sparirà completamente dai documenti per far posto ad un più
blasonato luogo che per la maggior parte dei casi sarà Savona. Questo
spartiacque fra i due luoghi di nascita si può individuare in un ben preciso
arco di tempo 1955-1960, quando il parto di un neonato, che avveniva
normalmente nell’abitazione dei genitori, fu trasferito nei più sicuri reparti
di maternità degli ospedali. Il parto prima di quel periodo avveniva nelle
abitazioni ed era assistito da un’ostetrica comunale chiamata comunemente
“Levatrice”.
Le generazioni spotornesi, che hanno visto la luce tra gli anni trenta e
sessanta, son state aiutate ad uscire dal grembo materno da un' ostetrica che
si chiamava Lesta Borghi, (nata a Imola il 10/04/1903 figlia di Ercole e
Santandrea Angela), arrivata a Spotorno in quegli anni. Aveva vinto un
concorso di levatrice condotta per posti vacanti nei comuni in provincia di
Savona. Prima in graduatoria, aveva scelto come prima sede di preferenza il
Consorzio: Spotorno, Bergeggi, Vezzi Portio come risulta dalla Gazzetta
Ufficiale del Regno d'Italia N° 102 del 2-V-1936 -XIV era fascista. Portava
con sé quella carica, caratteristica delle persone della Romagna, piena
d’allegria, cordialità e gioia di vivere. La ricordiamo con il suo passo da
bersagliera, mentre percorreva le vie di Spotorno o quando, in sella ad una
bici, con una pedalata energica e lo strillo del campanello si faceva largo tra
i numerosi passanti che affollavano in estate il centro storico, tanto da far
dire alla gente del luogo: “Lesta di nome, lesta di fatto”. Molte volte quelle
sgroppate erano l' annuncio di una nuova nascita.
Vale la pena di raccontare uno di questi eventi: era l' anno 1941 quando la
sua corsa indaffarata la portò nel palazzo dei coniugi Rosso abitato dalla
partoriente Laura Rosso e dal coniuge Giuseppe Rosso (detto “U Bepitto”),
già Presidente dell' Azienda Autonoma e poi Podestà di Spotorno dal 1939
al 1940, che seguiva il parto con ansia e trepidazione.
All'improvviso mancò l'energia elettrica per un guasto tecnico, ed il piccolo
Pietro Paolo fu portato alla luce nel buio più assoluto. Lo stesso Pietro Paolo
Rosso ha raccontato questo fatto in una sua recente visita a Spotorno.
Subito dopo la guerra la famiglia Rosso emigrò in Cile e oggi il Sig. Pietro
Paolo Rosso, che ha fatto una luminosa carriera diventando Rettore della
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