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- La linea curya con la concavità colta ve.so ii basso (iperbole)
contrassegnata con i1 simbolo del Calcro (5) assente nellbrologio di cui si parla -
-
rappresenta la linea diurna del Solstizio d'Estate che in questo giorno è Percorsa
dallbmbra della punta dello stilo.
- La linea !'erticale evidenziata in rosso e contrassegnata con la campanella
(g) rappresenta 1a liftea neidiafta cioè quella che indica i1 rnezzogj.orno vero locale
owero lìstante in cui i1 Sole culmina su1 meridialo locale. La linea meridiala è
sempre vertieale ma è aliineata con il piede dellbrtostilo solamente se il quadrante è
NON declinante. Negli a.ltri casi si trova tracciata a destra o a sinistra dello
gnomone.
Si osseni che la linea oraria italica XVIÌI e que1la meridiala (u) si
ircontrano, cosi come deve essere, su1la linea equinoziale (l| - e).
Da quanto esposto in pl:ecedenza potrebbe sembrare che un orologio solare ad ore
italiche, oltre ad essere complicato da leggere, fotnisca ur1a indicazione ora-rr'a poco
uti1e. Se così fosse non si spiegherebbe lbstilità e 1'a','v'ersione nei confronti de1
sistema astr:ofloruco moderno imposto da Napoleone alla fiIìe de1 XVIII secolo. La
vita ecclesiastica e que11a civile erano owiaÌnente condizionate da.lla luce solare. In
particolale per i contadini e g1i artigiani, che non possedevalo sorgenti di luce
artificiale come quelle odierne, era impottante conoscere quatte ote di luce solare
potevano avere a disposizione per completare 1e proprie malsioni. Lbrologio italico
era pe.fetto per dare questa risposta. Infatti, quando 1a campana suonava ad
esempio i'ora XV tutti qua'rr.ti potevano calcolare, con 1a semplice operazione XXIV -
xV = IX, quante ore maÌìcavailo al ttamonto e quindi quante ore di luce.imanevano
ancora a disposizione. In conclusione, lbrologio italico non solo indica quante ore
sono trascorse da.1 trarnonto del giorno precedente Ina anche, con una semplice
operazione, quarte ne malcalo al tramoato de1 giorno in corso cioè alla fìle della
giornata lavorativa. In regime di ora italica lbrologio veniva utilizzato soprattutto per
regolare, giorno dopo giorno, quelli meccanici clei campalrili o degli edifici pubblici e,
in molti casi, veniva costruito solo a questo scopo.
Negli orologi italici, oitre alle linee orarie, veniva quasi sempre tracciata anche la
iinea de1 mezzogiorno locale che clivideva 1'arco diurno in due pa.rti uguali. Questa
linea era indicata dà una M (Meridies = Mezzodl) elo da una camparella (À) ad
indicare la preghiera de11l\ngelus dl mezzogiotno. Rara:rnente negii orologi italici
veniva-I1o tracciate 1e linee diurne eccetto la retta equinoziale che è quasi sempre
presente.
IL SISTIM.II ORARIO AD ORT ITALICHE DA CAMPAI{ILE
La vita religiosa de1 clero ed in paJticola-re quella dei monaci era scandita da
funzioni liturgiche scaglionate nell'arco della giornata ed aiche della notte. Una di
queste era la recita dell'Angelus che aweniva tre volte a-l giorao: all'alba, a
rnezzogiorr'o e al traroonto. In ta-li orari veniva suoÌ1ata una carrpana, detta
" catupcttud dell'Angelus" o " cdtupafta dell'Aue A,taia" .
Di padicolaÌe importalza era la recita dellAve Maria al tramonto che, come si è
visto, era associato allbra italica XXIV.
Siccome f istante de1 tramonto nofl coincide con la completa oscudtà ma occorre
eirca rrezz'or:a di crepuscolo perché in cielo si intravedalo 1e prime stel1e - e siccome
il suono dellAve Maria doveva coincidere sia con l'ultima ora della giornata (la 24")
che con f inizio dei buio {% dopo i1 tramonto alla fine del crepuscolo) dall'inizio dei
-
Settecento si pror.'vide a modificare il computo ora]"io dr fttezzorà anticipando i1
tran1onto del Sole a-llbra XXIII e 7z cosi da far coincidere 10 spirare effettivo della
luminosità con le ore XXIV e suonare l'Ave Maria ad unbra giudicata più coasona
(idzio eflettivo del buio).
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