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Testimonianza di Gianfranco Maio sulla redazione
spotornese de “Il Risveglio Ligure”:
“Eravamo quattro amici al bar”
Proprio così, parafrasando la canzone di Gino Paoli. Il nostro
ritrovo era il bar, senza avere appuntamento, ci trovavamo lì tutte
le sere, tra una partita di tarocchi e una di tresette, ci
scambiavamo le opinioni della vita, del lavoro, della politica
privilegiando quella locale. Erano i primi mesi del 1965. Non
ricordo come venimmo in contatto con Giorgio Finocchio,
diventato in seguito un noto avvocato, che ci propose di scrivere
qualche articolo di cronaca di Spotorno sul giornale settimanale
“Il Risveglio Ligure”, che dirigeva da qualche anno.
Esistevano già le redazioni di Savona, di Vado Ligure, di Loano, di
Albenga, di Pietra Ligure, di Finale Ligure, di Borghetto Santo
Spirito, della Valle Bormida. L’amico Finocchio ci propose di
aggiungere quella di Spotorno. Ne parlammo con alcuni amici,
quelli appunto che frequentavano il bar e decidemmo di buttarci in
quella avventura io, Carlo Centi, Gianni Testa, Franco Arnello,
Piero Bertolotti. Avevamo bisogno, però, di una sede di
riferimento per la redazione. Io e Gianni avevamo da pochi anni
aperto uno studio tecnico presso la mia abitazione in Via
Garibaldi 59, sopra l’attuale panetteria “Saba”, in una camera
che aveva accesso diretto dalle scale. Decidemmo di collocare lì
la redazione di Spotorno dove esercitammo la nostra attività di
“giornalisti”, con cadenza settimanale, dal febbraio 1965
all’ottobre dello stesso anno. Era un’attività impegnativa perché
significava dover partecipare a tutte le manifestazioni del paese,
ai Consigli Comunali; acquisire informazioni sulle attività delle
organizzazioni esistenti nel territorio: Azienda Autonoma di
Soggiorno, Bagni Marini, Commercianti, Albergatori,
Polisportiva, ecc.
Tutto ciò per avere il materiale con cui scrivere i nostri articoli.
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