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altruismo sarebbero in più di un caso degni di miglior causa.
E le ragazze di Spotorno? Come le mogli dei pescatori bretoni,
nero vestite e piangenti, vedono i loro mariti partire per la pesca
stagionale, così, con le rondini ed i primi caldi, le «indigene»
assistono a questa imponente crociata che, ben lungi dal proporsi
come meta la Terra Santa, aspira molto più semplicemente alla
Pineta. Perché ignorarle del tutto anche se con buon gusto e quasi
in punta di piedi escono dal tourbillon stagionale? Probabilmente
siamo in errore; non vanno ma, rimangono, ma si fà di tutto per
non vederle. L'inverno è lungo e freddo, ragazzi, e quanto adesso
si evita con cura potrebbe tornare molto utile in avvenire. Non ci
vogliamo far promotori di nessuna iniziativa, ma consigliamo di
valorizzare maggiormente le nostre disponibilità femminili.
Abbiamo sentito dire che hanno poca comunicativa per esempio,
ma... insomma di chi e la vera colpa! Certamente le nostre
ragazze non sono nè mamme desiderose di affetto, né vichinghe o
alessandrine ben disposte all' avventura da raccontare poi
nell'ufficio di Dusseldorf o nella scuola di taglio di Spinetta
Marengo. Riteniamo che desiderino qualche cosa di più: una
reciproca migliore conoscenza, un più alto grado di, affiatamento,
un disgelo che parte dalla sponda maschile e vada oltre i limiti
imposti dall'inverno.
Stimiamo i giovani di Spotorno in grado di riuscirvi, poiché ne
conosciamo molti di veramente, in gamba.
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