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Tutti siamo stati bambini, perdonate la breve divagazione, e certo
ricordiamo quanta gioia provassimo nel vedere la prima neve
quanta fatica ci costasse l'adoperarla per costruire un bel pupazzo
con tanto di cappello in testa e pipa in bocca.
Dopo averci lavorato tutto il giorno lo trovavamo ancora nei nostri
sogni e, appena svegli, correvamo in giardino o in cortile per
vedere se c'era ancora, ma spesso inutilmente, il sole del primo
mattino già l'aveva distrutto; su un mucchietto informe di neve
rimanevano il cappello, la pipa e magari anche una vecchia sciarpa
a quadri.
Piangevamo il nostro pupazzo di neve ed eravamo bambini, ora
uomini fatti piangiamo sui nostri soldi, che ci sono costati sudore,
ed amaramente ci chiediamo se valga la pena dì spenderli per
questi grossi fantocci di effimera celebrità, che creiamo con le
nostre mani, che corriamo ad osannare e.... che non perdono
occasione per prenderci a calci nel sedere. Il pupazzo di neve se ne
andava almeno in modo romantico, con il sole; questi eroi di
cartapesta si squagliano per non far attendere chi li paga: è
successo ieri sera!
Ce lo meritiamo però diciamocelo in confidenza è il discorso di
sempre, l'errore nel quale cadiamo con sorprendente regolarità e
del quale altrettanto regolarmente facciamo le spese.
Luigi Pennone
al microfono,
impareggiabile
“mattatore”
delle serate
all’Alga Blu e al
Palace
.
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