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sera ci faceva entrare gratis, purché in “giacca e cravatta”.
Avevamo formato un “gruppo Barreto” composto da estimatori del
re della samba lenta. Era stato Giuliano Cerutti a farcelo conoscere
insieme ad Harry Belafonte (“Banana boat”), a Nat King Cole
(“Fascination”), a Bruno Martino (“Estate”), a Natalino Otto (Non
so dir ti voglio bene) e al “primo” Domenico Modugno (Lu pisci
spada). Successivamente, quando lavoravo a vivevo ad Alassio, mi
trovai, in varie occasioni, con Tino nel parco della favolosa “Villa
Romana” ad ascoltare Barreto (eravamo diventati suoi amici) ed il
suo complesso. Serate memorabili. Qualche volta andavamo anche
a sentire Renato Cireddu, un caro amico, che cantava e suonava
con il suo gruppo in un “nigth sotterraneo” di cui non ricordo il
nome. Suo pezzo forte la canzone “When”.
I gestori del Bar Castello erano Armandin Lippi (un vero istrione
che faceva “colore” con battute e aprendo le lattine di birra
schiacciandole con le dita) e sua moglie Maria Rosa, che aveva
inventato i “toast farciti”, vera novità dell’estate.
Trent’anni dopo Tino organizzò un convegno sul tema “Amicizia
nel tempo” nel ristorante “Alga Blu”, dove nel frattempo si erano
trasferiti Maria Rosa e Armandin. C’eravamo tutti, quelli della
“Sala Congressi”, per Tino il “convegno più riuscito”.
Collaborò, come giornalista, con il settimanale “Il Risveglio
Ligure” e con il “Secolo XIX” dal 1965 al 1969, scrivendo
cronache, commenti, considerazioni, sulla vita spotornese ed in
particolare sulle manifestazioni culturali e turistiche.
Negli articoli che scrisse - alcuni sono pubblicati di seguito
insieme a mie note esplicative - molti argomenti erano rivolti
all’attività dell’Amministrazione Comunale: presentazione e
discussione di progetti, interviste, problematiche del paese,
osservazioni critiche. Nel 1975 si candidò come esponente del
P.R.I. nella lista di sinistra venendo eletto. Il Sindaco era Piero
Bertolotti, io il Vice. In Giunta anche Carlo Centi (poi succeduto a
Bertolotti nella carica di Sindaco), Antonio Murialdo, Lino
Pagliari, Matteo Ravera, Francesco Peluffo e Franco Arnello.
Diede il proprio contributo, ritrovandosi con amici già redattori,
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