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16 Luglio 1942
Cara moglie.
Sono fermo in una stazione della Russia, che non ti dico il nome, perché non la
capiresti.
Sono le 4.00 ed il sole si è appena alzato, io non ho voglia di dormire, penso a noi
come sempre e vi mando per iscritto e col pensiero molti baci.
Ho attraversato migliaia di chilometri ma non ho trovato nessuna bellezza superiore nel
complesso della nostra Italia.
Sii forte abbi coraggio e fede, io ne ho e spero in bene. Baciami il bambino e la
mamma, e tu gradisci il mio affetto. Salutami a parenti.
20 Luglio 1942
Cara moglie, non ho ricevuto tue notizie. Forse non hai avuto tempo di scrivermi?
State bene? Graziano sta crescendo?
Mi è arrivata la lettera di mio fratello Agostino, a Oristano stanno bene. Mangiano
muggini, Mi manca l’odore dell’erba bruciata dal sole, ogni tanto ricordo la casa dove
tutti mangiavamo insieme.
Ho scritto a mio padre, porgendo i miei cari saluti a mia madre, a mio fratello
Pasqualino e alla piccola Filomena.