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e lunga strada sterrata, piú bassa ai lati che al centro per lo
           scolo   delle   piogge,   chiusa   fra   muriccioli   di   giardini   e
           facciate   di   case   a   vivaci   colori.   Vicoli   angusti

           l'attraversano: ponti ad arco, in muratura, cavalcano quei
           vicoli:   i   quali   fuggono,   paralleli,   verso   la   spiaggia;   e
           ognuno ha per sfondo uno spicchio del mutevole mare.

              Il   mordente   turchino   del   cielo   estivo   aggredisce   il
           bianco dei ponti fra tetto e tetto, folgorati dal sole: dai muri
           di   cinta   crollano   masse   fiorite   di   rampicanti,   pendono

           sontuosi   drappi   di   buganvillee   d'un   viola   che   arde:
           s'elevano i flabelli delle palme, le cupole gialle, scarlatte e
           rosee degli oleandri, cosí fitti di corolle da sembrar mazzi

           giganti composti da un mago giardiniere. Il contrasto delle
           tinte è d'una violenza che stride. Nulla si fonde: tutto si

           urta,   e   nell'urto   sprizza   scintille,   acceca   gli   occhi   non
           avvezzi alla radiosa brutalità di questa luce.
              Certo è però che la strada dritta, tagliata da dritti vicoli
           rivolti al mare e difesi da ponticelli aerei, s'accorda, come

           nessun'altra potrebbe, alla casa custodita dalla Madonna
           dello scoglio. Si respira, si gode in entrambe l'odore, il

           sapor del paese: sono rimaste autentiche, non perdendo
           nulla   dell'impronta   di   razza.   Strada,   nel   complesso,
           frequentata da gente quasi tutta del popolo. Vi appaion di

           rado, e di corsa, ora ch'è la stagione, le snelle bagnanti
           vestite  d'uno  scarso  straccetto  di  tela  e  d'una   generosa



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