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adulta ha, in primo luogo, da risolvere nodi decisivi quali
quelli rappresentati dai giovani che non solo cercano, e
giustamente, di poter lavorare, ma chiedono anche una
diversa vita collettiva, una tensione morale e culturale che
sia di stimolo alla chiarezza, alla giustizia sociale, ad una
democrazia che viva e si rafforzi perché in grado di
rinnovarsi, di essere all’altezza dei tempi, facendo sì che
ciascuno si senta soggetto e protagonista della propria vita.
E poi dissi ancora: questo modo d’essere necessita negli
anni ’80 di ulteriori spazi d’espressione, rivendica
un’autonomia effettiva della società civile che ricerchi
modi di rappresentanza reale là dove l’intreccio della
questione sociale è più forte e più urgenza di
partecipazione viene dai cittadini, dai grandi comparti
sociali della scuola, della cultura, dei luoghi di lavoro,
espressioni di una qualità pluralistica che pone
riconsiderazioni più generali del rapporto tra cittadino,
potere e politica e chiede una diversa qualità della vita
individualmente e collettivamente considerata.
Queste cose le dissi nel maggio del 1981, sembrano
scritte oggi o ieri. Il nostro Paese in 35 anni non solo non è
stato capace di risolvere i problemi in essere, ma la classe
politica e dirigenziale ha reso la situazione ancora più
drammatica e stagnante.
Il 3 settembre del 1982 si svolse la quarta edizione del
Premio internazionale Spotorno di giornalismo con la
premiazione di una giovane ed intelligente giornalista,
Barbara Spinelli, in quel momento corrispondente
dall’estero per il suo giornale. Oggi, ancor più di 30 anni

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