Page 7 - libro giornalismo centi
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In   quel   lontano   maggio   il   Premio   Spotorno   di
           giornalismo fu conferito alla memoria del giornalista Carlo
           Casalegno, vittima come tanti altri in quegli anni, di un
           rituale sanguinario, quello delle Brigate Rosse, e mentre
           consegnavo   il   Premio   ad  Arrigo   Levi,   direttore   de   La
           Stampa, giornale per il quale Carlo Casalegno scriveva,
           ricordavo che l’omaggio ad un giornalista caduto in quel
           modo   così   barbaro,   s’inscriveva   nel   concetto   “Per   noi
           uccidere un giornalista, un uomo, a sangue freddo, è come
           bruciare   libri,   recidere   un   fiore,   sporcare   il   mare,
           distruggere   i   boschi   e   gli   uliveti;   la   democrazia   è
           indivisibile e non è un regalo”.
                                                    Il  16 novembre  1977 alle ore
                                                    13.55, mentre stava ritornando
                                                    nella   propria   abitazione   in
                                                    corso   Re   Umberto   54   per   il
                                                    pranzo,   Carlo   Casalegno   fu
                                                    vittima di un agguato da parte
                                                    di   un   gruppo   di   fuoco   della
                                                    colonna  torinese  delle  Brigate
                                                    Rosse. Nonostante un apparente
                                                    miglioramento, il vice-direttore
                                                    de   La   Stampa   morì   il   29
                                                    novembre 1977, dopo 13 giorni
                                                    di agonia.
              Nel settembre del 1979 si svolse il secondo Convegno
           Nazionale di Giornalismo con l’assegnazione del premio a
           Peter   Nichols,   corrispondente   da   Roma   del   “Time”   di
           Londra. Al giornalista londinese feci  presente il nostro
           riconoscimento per il suo grande valore professionale ed il
           suo impegno civile, e ricordai che in quello storico anno un
           avvenimento di grande rilievo politico e culturale, quale
           quello   delle   elezioni   a   suffragio    diretto   del   nuovo


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