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“Sport e cultura”, un tema interessante

            “La letteratura è elevata, il calcio è becero, fatto di mercenari, intrallazzatori attratti
            da giri di soldi, da gruppi di ultras violenti, da cinici profittatori, da squallidi ambienti di
            scommesse e di interessi loschi”. Questi sono discorsi che spesso si sentono fare e che
            hanno, purtroppo, riscontri nella realtà ma che non si possono circoscrivere al solo
            calcio essendo mali della società in senso lato. Però, parlando di letteratura, ci sono
            altri aspetti che vanno evidenziati e ricordati, in particolare quelli dell’infinito mondo
            del calcio, delle tante sfaccettature e delle passioni che suscita; delle tante storie, in
            particolare di quelle dei “perdenti”, quasi sempre in lotta per non retrocedere, e non
            solo nel calcio.
            Ancora un volta mi viene in soccorso Franco Astengo:
            “Del resto, la connessione tra letteratura e calcio è stata ben consolidata da un testo “Il
            calcio da amare” curato da un giovanissimo Walter Veltroni ed uscito nel 1982 nella
            celebre collana del “Pane e le Rose” di Savelli (quella di “Porci con le ali” e di “Rosso un
            cuore in petto c’ è fiorito”, tanto per intenderci).
            Il volume contiene 38 dichiarazioni d’amore al gioco più bello del mondo pronunciate
            da intellettuali, artisti, giornalisti, politici, addetti ai lavori: da Andreotti a Brera, da
            Ghirelli a Francesco De Gregori, da Renato Nicolini a Pier Paolo Pasolini, da Luciano
            Lama a Lucio Magri (entrambi juventini), da Stefano Rodotà a Michele Serra fino a
            Valcareggi e Zoff.
            Una sintesi dell’affermazione “amare sia la letteratura, sia il calcio è possibile”, ma si
            potrebbe aggiungere la politica, l’arte, la poesia.
            Felice   Levratto,   l’uomo   che   “strappava   le   reti”,   al   termine   degli   allenamenti
            pronunciava sospirando questa frase: “Il calcio è estro, melodia, poesia”.





                                       Biografia di Felice Levratto scritta dalla figlia Maria
                                       Angela   (Graphot   editrice   1997).   Levratto,   che
                                       “sfondava le reti”, vinse la Coppa Italia (1922) con il
                                       Vado segnando il gol della vittoria con l’Udinese nella
                                       finale. Giocò nel Genoa, nell’Ambrosiana Inter, nel
                                       Lazio, nel Savona, nella Nazionale. Fece l’allenatore
                                       per molti anni.










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