Page 26 - libro pag 1-206
P. 26
Un’autentica, quanto mai pesante, maccaia di incertezze, instabilità, avvisaglie di
catastrofe.
Poi, all’improvviso, la rivoluzione! Nel settembre del 2021 Preziosi vende il Genoa al
fondo americano 777 Partners, Zangrillo è il nuovo presidente, Spors il nuovo direttore
sportivo, Shevchenco il nuovo allenatore, presto sostituito da Alexander Blessin. Tutto
nuovo, dal Cda al logo. Tutto, tranne i risultati sul campo, fallimentari con Sheva (un
paio di pareggi e zero vittorie), senza infamia e senza lode con Blessin: una sfilza di
pareggi seguiti da una vittoria e tre sconfitte, prima del drammatico finale, da
autentico ennesimo psicodramma rossoblù.
Un finale che inizia dalla meritata sconfitta nel derby del 30 aprile scorso – giocato
molto male, ma che si poteva alla fine pareggiare senza lo sciagurato errore di capitan
Criscito dal dischetto – ma ha le sue radici nella brutta sconfitta in casa con lo Spezia
del 9 gennaio. Dopo il derby, però, battiamo rocambolescamente la Juve, con Criscito
che a tempo scaduto si riscatta mettendo dentro il rigore della vittoria. A quel punto
due vittorie nelle ultime due partite (a Napoli e in casa col Bologna) potrebbero ridarci
la salvezza, permettendoci di superare Cagliari e Salernitana e di agganciare lo Spezia
e perfino i cugini ciclisti (chiamati a due scontri proibitivi con Fiorentina e Inter). Ma a
Napoli ne buschiamo tre, dopo aver preso una traversa con Yeboah ed esserci
mangiati un gol con Portanova (lo Spezia nel frattempo si è tirato fuori vincendo a
Udine): sconfitta meritata e retrocessione inevitabile. È andata! Testa bassa e cuore in
pace, si riparte.
Ma, affinché la tortura sia più lenta e dolorosa, ecco spuntare dal cilindro, nel
pomeriggio di domenica 15 maggio, dopo la batosta di Napoli, l’estremo disperato
appiglio della classifica avulsa: se il Cagliari farà 2 punti (due pareggi, con Inter e
Venezia), la Salernitana 0 (con l’Udinese) e il Genoa 3 (con il Bologna), sarà ancora
salvezza a danno di Salernitana e Cagliari: tutt’e tre le squadre si ritroverebbero a 31
punti ma con classifica avulsa a favore del Genoa (Genoa 7 punti, Salernitana 6,
Cagliari 2). L’illusione dura, per fortuna, soltanto lo spazio di poche ore (un’altra
settimana appesi al filo di una speranza inafferrabile non si sarebbe potuta
sopportare!): in serata il Cagliari (29 punti) perde con l’Inter (1-3) e si preclude perciò
ogni possibilità di finire a 31 punti (in caso di vittoria con il Venezia andrebbe a 32, in
caso di pareggio a 30). Alle ore 23 circa di domenica 15 maggio la sentenza è dunque
definitiva: retrocessione matematica per il Genoa, che, anche arrivando a pari punti
con la Salernitana, le resterebbe sotto in classifica avendo perso il primo scontro
diretto (0-1) e pareggiato il secondo (1-1).
E allora retrocessione sia! Ma senza tragedia, senza eccessi di depressione, senza
disperazione. Al contrario, la serie B sia vissuta come una discesa all’inferno necessaria
– come insegna padre Dante – alla conquista di una più solida e straordinaria salvezza.
Dall’inferno al paradiso prossimo venturo. Ci sono buone ragioni per credere che ciò
avvenga per davvero e in tempi ragionevolmente brevi. Circola una nuova linfa
nell’incrollabile fede, nel commovente attaccamento alla squadra dei genoani. È una
linfa secreta dal new deal ufficialmente annunciato dalla nuova società: nuovi massicci
investimenti, internazionalizzazione del brand Genoa, rafforzamento importante della
26