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DOMENICA 24 APRILE 2022
       Risultato finale: Genoa-Cagliari 1-0
                                E fu la notte...

                                  di Mario Marengo

       “Cos’è l’eternità, se gli anni Ottanta era tanto tempo fa?”, così cantavano gli Ustmamò
       un trentennio fa, proprio quando il Genoa di Bagnoli andava ad espugnare l’Anfield
       Road   di   Liverpool   e   faceva   sognare   i   propri   tifosi   che   fino   a   tre   anni   prima
       organizzavano trasferte con destinazioni meno nobili di quella inglese: Licata, Barletta,
       Arezzo, Campobasso, San Benedetto del Tronto…
       Il vecchio e glorioso Ferraris, dopo campionati di serie A di buon livello (la mia prima
       storica presenza in quel di Marassi risale alla vittoriosa partita contro la Juventus di
       Platini, Zoff, Cabrini, Boniek, Scirea e Tardelli nel gennaio del 1983, risolta da “Dustin”
       Antonelli) era ritornato scenario di esibizioni colme di aspettative non rispettate, in un
       lungo purgatorio di serie B durato diversi anni.
       Eppure   l’affetto  per   i   colori   rossoblu   (nonostante   strizzassi   l’occhio   al   cosiddetto
       “piccolo Milan” di Hateley e Wilkins) non venne mai meno nella nostra famiglia e nella
       cerchia degli amici più cari, coi quali condividevamo entusiasmi, illusioni e soprattutto
       delusioni. I rotocalchi sportivi erano per me e mio fratello Carlo una sorta di bibbia e
       nei mesi estivi la paginata della Gazzetta con gli acquisti, le cessioni e le trattative in
       corso faceva sognare noi ragazzini.
       “Tacchi è del Genoa!”, “I cannonieri della C sbarcano a Genova: Lorenzo alla Samp,
       Marulla al Genoa”, “Cipriani alla corte del Grifone”… ad ogni titolone un sussulto, una
       previsione di rendimento, una ricerca di informazioni sull’Almanacco illustrato del
       calcio, edizioni Panini (allora mica c’era internet), per cercare di comprendere con chi
       avremmo avuto a che fare durante il campionato. Marulla – Cipriani è senza dubbio la
       coppia che più mi è rimasta sotto pelle di quel periodo, soprattutto lo sfortunato Gigi,
       eroe   a   Cosenza   (a   lui   hanno   intitolato   lo   stadio   locale   dopo   la   sua   prematura
       scomparsa) e amato anche al Genoa. Dai distinti vedemmo un suo gol da fuori area
       (così raro a vedersi nel Genoa degli ultimi anni) che garantì la vittoria contro l’Arezzo,
       complice un intervento scomposto del portiere aretino Nando Orsi. La Nord esplose
       con un lungo coro “Segna per noi, Gigi Marulla!” e il piccolo e potente centravanti
       rossoblù di gol ne avrebbe fatti altri, purtroppo mai decisivi per la tanto sospirata
       promozione in A che sarebbe arrivata solo nel 1989 con un’altra coppia del gol,
       magistralmente assemblata dal professor Scoglio: Nappi – Fontolan.
       Da lì in poi gli anni migliori del vecchio Grifone, con l’arrivo dei fenomenali Aguilera,
       Branco e Skuhravy, la sapiente direzione del maestro Osvaldo Bagnoli, l’arcigna difesa
       con Caricola, Torrente e capitan Signorini, l’illuminante regia di Bortolazzi, supportato
       dal  centrocampo migliore  di sempre: Onorati, Eranio,  Ruotolo. Tra i pali  il  poco
       appariscente, ma efficace,  Simone  Braglia. Vittorie  a ripetizione  contro Juventus,
       Roma, Lazio, Fiorentina, Inter e finalmente il derby che torna a colorarsi di rossoblu
       dopo anni!

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