Page 56 - libro pag 1-206
P. 56
Anni bui, acquisti sbagliati (“el tigre” Castillo, sbarcato a Genova e immediatamente
rispedito in Colombia con tanto di mandato di cattura; l’americano Roy Lassiter, mito
del soccer a stelle e strisce, oggetto misterioso a Genova), dirigenze improvvisate,
allenatori cambiati al ritmo di sette ottavi, mediocri prestazioni, giocatori tanto attesi
e mai sbocciati, come Alessio Pirri: ex promessa della Cremonese, nazionale Under 21
con Morfeo, Totti e Locatelli, mai esploso completamente. Eppure ne conservo ancora
gelosamente la maglia numero 20. Chissà poi perché...
Insomma… per tornare in A dovemmo attendere il principe Milito e Roberto Stellone,
anche se A non fu… anzi… fu serie C! Pizzighettone – Genoa, la prima partita di quel
campionato terminato alle spalle dello Spezia: derisioni dalla Genova multicolore,
playoff per tornare in B.
E finalmente Gasperini, la serie A, il ritorno del principe Milito, Thiago Motta, Ferrari,
Sculli, Milanetto, Palladino… la Champions league sfumata per un soffio, il “Genoa che
tremare il mondo fa” (o forse era il Bologna di Bulgarelli?).
E poi campionati alterni, giocatori che entrano e escono repentinamente dalla rosa
con l’ausilio della Giochi Preziosi (per l’occasione diventata Operazioni Preziose),
instabilità di squadra e prestazioni… lo spettro della B che appare e scompare come in
un incubo, tramutatosi definitivamente in realtà.
Ettore e Manrico, i miei nipotini, tifano Genoa e vivono nella bianconera Torino, dove
gli amici contano gli scudetti vinti e loro, esattamente come succedeva a noi nei primi
anni Ottanta, cercano di controbattere come possono, citando la storia (ormai remota,
in verità) del vecchio balordo. Solidarizzano maggiormente con gli amici granata,
anche loro sempre alle prese con campionati anonimi e perennemente all’ombra della
vecchia signora. Vivono un calcio che scorre alla velocità della luce: Ettore aveva
appena imparato ad emulare l’esultanza pistolera di Piatek che subito è stato ceduto
al Milan. Neppure il tempo di appenderne il poster in cameretta! Difficilmente
vedranno nuove bandiere del Genoa come abbiamo avuto la fortuna di vederne noi:
da Onofri a Marco Rossi, passando per Signorini e Torrente. Conoscono bene Messi e
gli altri campioni contemporanei, ma hanno imparato ad apprezzare anche le gesta di
Maradona grazie ai filmati visti su youtube e ai racconti del papà e dello zio. Ettore si
ostina a calzare un paio di scarpe Puma ormai semidistrutte; nere col “baffo” bianco,
le stesse che utilizzava Diego Armando per affrescare le sue magie sul rettangolo
verde. Gliele avevo regalate io, certo che con quelle scarpine ai piedi si sarebbe sentito
un piccolo fuoriclasse. Non mi ero sbagliato.
Per la prima volta hanno assistito alla retrocessione della loro squadra del cuore,
trepidando davanti alla tv durante le partite del Genoa, in questo infelice periodo di
pandemia mondiale. La loro prima grande delusione calcistica, una amarezza che
potrà essere riscattata solo con un pronto ritorno nella massima serie.
Quest’anno hanno potuto varcare finalmente la soglia dello stadio di Genova, seppure
in un momento di grave difficoltà di classifica e con un biglietto di sola andata per la
serie B. Genoa – Cagliari è stata l’occasione per vedere all’opera i loro idoli.
Miracolosamente il Genoa ha vinto segnando un ormai insperato gol a tempo quasi
scaduto, una classica partita genoana da cardiopalma! Le loro urla di gioia si sono
56