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XVI
Il “passo”, attraversato dal sentiero che portava
nella vicina città, non era più il caravanserraglio
dei primi giorni “dell’allarme mare”. Ormai vi
sostavano solo alcuni vu-cumprà che vendevano
quello che era avanzato. I clienti erano scarsi
perché nel paese erano rimaste soltanto poche
persone.
I vu-cumprà non sapevano dove andare e spe-
ravano che, alla fine, il mare si sarebbe ritirato.
Erano dispiaciuti di dover lasciare quella piazza
che avevano dovuto conquistare a palmo a palmo,
estate dopo estate. Avevano tirato su delle tende
per ripararsi e aspettavano il miracolo. Al mattino,
pregavano rivolti verso oriente, la sera cantavano
nenie molto malinconiche.
Il professor Lanterna, a volte, s’intratteneva con
loro e cercava di parlare in arabo. Era da un po’ di
tempo che tentava di studiare quella lingua, così
ostica, ma i risultati erano scarsi. I vu-cumprà
quando lui pronunciava qualche parola si sbelli-
cavano dalle risa. Poi, cercavano di correggerlo.
Spesso parlavano del rischio imminente di una
guerra tra nazioni dell’occidente e nazioni dell’o-
riente. Una vera tragedia che avrebbe moltiplicato
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