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                    Il “passo”, attraversato dal sentiero che portava
                 nella vicina città, non era più il caravanserraglio
                 dei primi giorni “dell’allarme mare”. Ormai vi
                 sostavano solo alcuni vu-cumprà che vendevano
                 quello che era avanzato. I clienti erano scarsi
                 perché nel paese erano rimaste soltanto poche
                 persone.

                    I vu-cumprà non sapevano dove andare e spe-
                 ravano che, alla fine, il mare si sarebbe ritirato.
                 Erano dispiaciuti di dover lasciare quella piazza
                 che avevano dovuto conquistare a palmo a palmo,
                 estate dopo estate. Avevano tirato su delle tende
                 per ripararsi e aspettavano il miracolo. Al mattino,
                 pregavano rivolti verso oriente, la sera cantavano
                 nenie molto malinconiche.

                    Il professor Lanterna, a volte, s’intratteneva con
                 loro e cercava di parlare in arabo. Era da un po’ di
                 tempo che tentava di studiare quella lingua, così
                 ostica, ma i risultati erano scarsi. I vu-cumprà
                 quando lui pronunciava qualche parola si sbelli-
                 cavano dalle risa. Poi, cercavano di correggerlo.
                 Spesso parlavano del rischio imminente di una
                 guerra tra nazioni dell’occidente e nazioni dell’o-
                 riente. Una vera tragedia che avrebbe moltiplicato

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