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          ci siamo scambiati il primo bacio ci frequen-
          tavamo da più di un mese».

             «Un mese! Que exageración…».
             «Ma è stato un bacio di quelli che non si dimen-
          ticano…».
             «E per scopare quanto tempo c’è voluto? Un
          anno?», la colombiana rideva.
             «Ma che scopare… eravamo giovani e
          ingenui… il tempo è passato così lievemente che
          non ce ne siamo quasi accorti. Quando ci
          sdraiavamo sulla spiaggia lei mi posava un
          orecchio sul cuore. A volte, salivamo sulle colline
          dove c’erano ancora gli ulivi. Lei si sedeva appog-
          giando la schiena su un tronco e io mi sdraiavo
          posando il capo sul suo grembo. Un giorno, se n’è
          andata e da allora non ho più avuto nessuna che
          mi abbia posato un orecchio sul cuore o un
          grembo su cui appoggiare platonicamente il capo.
          Con lei, se n’è andata la gioventù. Dopo, tutto è
          stato diverso», il professore sospirava.
             Poi, giunse il turno della colombiana: anche lei
          raccontò del primo amore. Un ragazzo, dalla pelle
          nera come il carbone. Aveva tante speranze ma
          una malattia della miseria se l’era portato via.
             Raccontò anche del suo rapporto con lo stu-
          dente rivoluzionario. La perdita del suo lavoro
          d’infermiera. L’arrivo in Italia. Il lavoro di

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