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erano appartati in giardino. Quando erano rien-
trati avevano fatto un grande annuncio: lei era
incinta!
«Ma come! Con tutte le vostre teorie sulla pro-
creazione consapevole! Sulla pillola e ammen-
nicoli vari!», don Lupo scherzava.
«Eh, l’amore è anche abbandono… e noi una
volta ci siamo abbandonati…», lo studente-
bagnino imitò la voce del professor Lanterna
quando intratteneva gli amici con i suoi stram-
palati racconti.
Poi, scattarono i brindisi. Tugnin, cercando di
non farsi vedere, si asciugò gli occhi.
Un altro miracolo del mare, pensò il professore
che, un po’ brillo, pronunciò uno dei suoi
“grandi” discorsi, sui sogni e sul primo amore. Per
concludere, recitò a memoria gli immortali versi
di Neruda sull’amore: «Ahi, sì, ricordo,/ahi, i tuoi
occhi chiusi/come pieni dentro di luce nera,/tutto
il tuo corpo come una mano aperta,/come un
grappolo bianco della luna, e l’estasi…/».
Era spuntata la luna e i vu-cumprà si misero a
cantare una delle loro malinconiche nenie.
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