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il professor Lanterna, aveva deciso, seduta stante,
che si sarebbe occupato di quella bella colom-
biana piovuta dal cielo.
Erano giunti al belvedere da dove si poteva
godere di una vista magnifica del golfo. Era un
luogo molto frequentato, specialmente nelle sere
d’estate, da giovani coppiette in vena d’effusioni.
Da quando il mare aveva allagato il paese, era
diventato una specie di mercato all’aperto, un
caravanserraglio ove si poteva trovare ogni tipo di
merce. Gruppi di vu-cumprà e d’ambulanti
indigeni vendevano fornelli e lampade a gas bom-
bolato, generatori di corrente diesel, stufette a
gas, taniche di benzina e di gasolio, acqua
minerale, bottiglie di vino, indumenti, scatolame,
stivali e tute di gomma, motori marini, cibo per gli
animali. A rifornire quella specie di mercato all’a-
perto, ci pensavano dei giovani spalloni extraco-
munitari, che risalivano gli stretti sentieri collinari
per evitare gli inevitabili controlli che i vigili
effettuavano all’imbarcadero. Attraverso un
passo, raggiungevano la periferia della vicina
città, dopo più di un’ora di marcia.
Coloro che avevano deciso di restare in paese si
affannavano ad acquistare tutti gli oggetti e le
vivande utili per riuscire a vivere in condizioni di
semi isolamento.
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