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                    Dall’alto di Monte Gatto, si poteva vedere bene
                 quanta parte del paese fosse già stata sommersa
                 dal mare, che ormai lambiva il borgo medioevale.
                 La zona delle costruzioni più recenti era sotto due
                 palmi d’acqua. In trasparenza, si poteva seguire la
                 lunga traccia della linea ferroviaria. La stazione
                 sembrava un’isoletta. Svettava il campanile della
                 chiesa grande, piantato nel centro di quel lago
                 salato. Il mare era immobile ed il cielo sereno e
                 limpido. Alcuni battelli erano attraccati all’imbar-
                 cadero. Aspettavano gli abitanti del paese per tra-
                 sportarli nella vicina città da dove avrebbero rag-
                 giunto altre destinazioni.

                    Il Cipolla non sapeva nulla di quanto era suc-
                 cesso in chiesa, la sera prima, dato che aveva fatto
                 le ore piccole giocando a carte nella villa di un
                 amico. I giornali del mattino titolavano: “Caos in
                 chiesa. Il parroco rivoluzionario incita alla
                 rivolta”, “Rissa attorno al pulpito, numerosi i
                 feriti”, “Il mare che sale scatena la rivolta”,
                 “Grave offesa alle autorità nel paese del mare che
                 sale”.

                    Il Cipolla, che leggeva solo i giornali sportivi,
                 era salito fin sulla cima del monte in compagnia

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