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“Spotorno decisa ad ampliare ancora il già rilevante
numero degli ospiti” (17/2/1967, da “Il Secolo XIX”)

Spotorno, 16 febbraio. Nel corso di un colloquio cordialmente
accordatoci dal presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno,
Pietro Viazzi, presenti il vice presidente dottor Enzo Berlingieri e
il direttore rag. Enzo Fazio, ci sono stati resi noti i dati relativi al
movimento turistico della città (arrivi e presenza di italiani e
stranieri negli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri) nell’arco di
tempo compreso fra il maggio e il settembre 1966. Questi dati
sono raffrontati allo stesso periodo del 1965. Esaminando il
movimento degli stranieri, si nota che vi è stato un aumento di 441
arrivi e di ben 15.661 presene, rispetto alla precedente stagione. Il
1966 registra infatti 12 mila 944 arrivi contro i 12 mila 503 del
1965 2 106.988 presenze contro le 91.327 del 1965. I dati sono
confortanti e significativi, in quanto smentiscono che,
erroneamente e non sempre informato a buona fede, sostiene che
ormai lo straniero “snobba” Spotorno, si limita a transitarvi senza
fermarsi per goderne le naturali attrattive. C’è stato andamento
positivo anche negli arrivi e nelle presenze di turisti italiani. Esso
si può così riassumere: 1966 arrivi 27 mila 170 contro i 25.199 del
1965: presenze 497.242 contro le 452.437 dell’anno precedente.
Abbiamo fatto presente al nostro interlocutore come sia ormai
notorio che Spotorno, anche quest’anno, sia riuscita a spuntare
prezzi di una certa consistenza (ci riferiamo ai locali di categoria
superiore) o comunque maggiori di quelli normalmente praticati
dalle vicine consorelle liguri. Ciò dimostra e conferma - secondo il
presidente Viazzi – che Spotorno “ha buona predisposizione verso
una clientela che è qualificata senza essere di élite e che muove
sotto la spinta di esigenze sociali imposte dai tempi”. “Spotorno”
ha aggiunto Viazzi “si è data una etichetta, una confezione quasi di
lusso, e finché è possibile e bene che la mantenga”.
Abbiamo poi palesato al presidente l’interesse nostro, e di tutti

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