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vita monotona di una piccola stazione come Arenzano gli stava stretta, o forse altre
               motivazioni lo hanno spinto a questa decisione.

               Dal  suo  arrivo  in  terra  russa,  si  susseguono  le  tante  lettere,  che  ha  inviato  alla
               moglie, al figlio, ai fratelli in Sardegna, al padre Francesco e la madre Dina.
               Purtroppo, i luoghi e le indicazioni sono state oggetto di censura, per impedirne, in
               caso di furto da parte dei russi, l’identificazione dei campi delle armate italiane.

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               Marzo 1942


               Cara moglie, ti scrivo da (censura). In questa giornata di inverno russo. Alle 16,00 è
               già quasi buio. Come stai? Come sta il mio amato figliuolo?

               Abbiamo  percorso  tanti  chilometri  per  raggiungere  la  nostra  prima  destinazione,  il
               fronte è lontano e sono in forze.

               Ho scritto ieri anche a mia madre ad Oristano, Spero che la mia lettera arrivi presto.
               Oggi, è venuto il Sotto Tenete Attilio Boldoni, che ha voluto prendere visione della
               nostra stazione. Ci ha portato delle sigarette. Vi penso sempre. Attendo tue notizie.
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