Page 11 - pigmenti n. 8.2017
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ncora una volta la fotografia ha                                                                                                   La ex chiesa barocca, sede dell’esposizione
                      svolto  la  funzione  di  colletto-
                 Are tra contesti diversi per unire
                 all’intenso,  certosino  lavoro  della  sua  La Fotografia
                 civiltà  lontane attraverso le immagini
                 e quindi trasmettere conoscenza e cul-
                 tura.    Grazie  all’associazione Aiolfi,  e

                 presidente    Silvia  Bottaro,  il  27  aprile
                 tuto italiano di cultura, la mostra “Me-       del
                 2017,  quale  direttore Artistico del Polo
                 della  Fotografia,  ho  avuto  l’onore  di
                 presentare a Praga, nella sede dell’Isti-
                 diterraneo. Un racconto per immagini,
                 poesia  e  musica”.  Ho  portato  così,  in
                 una città geograficamente lontana, ma   Mediterraneo
                 vicina a noi per sensibilità e cultura, 14
                 progetti fotografici,  realizzati da Pao-
                 la  Bernini,  Alessandra  Caneva,  Ilenio
                 Celoria,  Francesca  Donadini,  Federica
                 Giannotta,  Giuseppe  Gotelli,  Claudia                          a Praga
                 Oliva, Roberto Pistone, Francesca Paro-
                 di, Antonietta Preziuso, Adolfo Ranise,
                 Marina Rossi, Stefania Vassura. Il pro-
                 getto avviato  nel 2015, è stato portato
                 a termine con  passione e  bravura e i
                 partecipanti  hanno visto le loro opere
                 esposte nelle nicchie della Cappella ba-
                 rocca dell’Istituto Italiano: una colloca-
                 zione perfetta, di alto pregio artistico e
                 culturale, che ha valorizzato al meglio
                 le  immagini  delle  terre  e  del  mare  in
                 cui la nostra storia e la nostra civiltà si
                 affacciano da millenni. La squisita acco-
                 glienza ricevuta e il folto pubblico pre-
                 sente all’inaugurazione, hanno sancito
                 il successo della mostra visitabile fino
                 al 18 maggio, che , dal 16 settembre al
                 5 ottobre,  è stata ospitata a Millesimo
                 nel Castello Enrico del Carretto grazie
                 ancora una volta all’Associazione Aiol-
                 fi (nelle persone di Mario Accatino,  Ro-
                 berto Debenedetti, Silvia Bottaro) e alla
                 sensibilità  del  paese  Pietro  Pizzorno.   La sede della mostra a Praga
                 Lo ringrazio di cuore insieme, natural-
                 mente, all’ambasciatore italiano a Praga   solo comunicazione e testimonianza:  è
                 Aldo Amati  e  al  direttore  dell’Istituto   arte, insieme di colori, di toni, di sog-
                 Italiano Giovanni Sciola e a Silvia Bot-  getti, di composizione, di taglio, di luci.
                 taro: sulla sua preziosa collaborazione   Questi  elementi,  se    armoniosamente   L’inaugurazione (da sinistra: la poetessa G. Gasparini,
                 conto ancora per potenziare la rete di   equilibrati,  conferiscono  all’immagi-  l’interprete, il dottor G. Sciola,
                 scambi culturali tra Praga e Genova, da   ne la stessa sensazione di piacere e di   l’Ambasciatore italiano a Praga dottor A. Amati,
                 concretizzarsi con mostre   di autori ca-  appagamento che si prova guardando   il professore G. Pinto, la dottoressa S. Bottaro)
                 paci di diffondere  l’arte della fotografia   un’opera  d’arte.  L’educazione  all’im-            Un momento dell’inaugurazione
                 tra il grande pubblico e di rinsaldare i   magine non riceve purtroppo un’ ade-                  alla presenza di un folto pubblico
                 legami di amicizia e collaborazione tra   guata attenzione durante i primi anni
                 le nostre città. Il mio  sentito ringrazia-  dell’apprendimento  scolastico  volti   preparazione da parte di chi le scatta:    vanti alla stazione ferroviaria di Geno-  hanno aperto ampi orizzonti e occasioni
                 mento va, infine,alla poetessa Gabriel-  piuttosto a favorire, la  lettura, la scrit-  risultano  sfocate,  mosse,  con  ombre  e   va Principe,  ospita ogni due mesi un   di crescita culturale per le nostre città.
                 la Gasparini che ha sapientemente ab-  tura e la  matematica, ma  è lasciata alla   tagli. Per il cultore della fotografia sono   paio di mostre fotografiche nella Galle-  “Una buona fotografia per me è qual-
                 binato ai progetti fotografici i versi di   sfera degli interessi individuali. La cul-  da cestinare. È importante educare gli   ria Fotografica e ogni primo giovedì del   cosa che ti stimola… che ti fa fermare e
                 alcuni fra i più importanti poeti liguri    tura di internet, poi, induce a scattare   occhi con immagini ben costruite, che   mese si inaugura una esposizione con   ti fa guardare …. be’ sai, una fotografia
                 (da Sbarbaro a Caproni, da Montale a   più facilmente con il cellulare immagini   comunichino un messaggio in grado di   un workshop (alle ore 17.30 nel Salone   vale più di mille parole”.   Questa fra-
                 Barile, da a Tenco a De André).   di vita quotidiana che si vogliono im-  nobilitare la fotografia in quanto arte e   delle  Feste)  alla  presenza  dell’autore.   se di Linda Eastman, nota come Linda
                 Credo che questo itinerario dedicato al   mediatamente  condividere  e  valoriz-  mezzo di informazione culturale.   Fin dall’inizio della collaborazione con   McCartney, moglie di Paul McCartney
                 Mediterraneo e portato in due città non   zare tramite la rete con un “mi piace“,   Il Polo della Fotografia, con sede a Ge-  l’associazione  Aiolfi  di  Savona  sono   interpreta al meglio il concetto di foto-  11
                 di mare (Praga e Millesimo) abbia mes-  anche se la qualità di queste  immagini   nova  nella  Biblioteca  Universitaria,  in   scaturiti progetti e iniziative,  partico-  grafia.
                 so in  evidenza che la fotografia non è   si  rivela  carente,  priva  dell’adeguata   Via  Balbi, 40 (ex Hotel Columbia da-  larmente stimolanti  e diversificati,  che   Giancarlo Pinto

                       anta  Miseria”:  con  questo  titolo,                                                                                             aveva  contraccambiato  con  questo  elogio
                       Milly  Coda,  Sandro  Ricaldone  e                                                                                                molto  significativo  pubblicato    su  Pennone:
                 “SGiuliano  Galletta  hanno  presen-                                                                                                    un apolide a Savona (in  “Pennone un amico
                 tato una bella personale di Remo Abelardo   Remo Abelardo Borzini                                                                       un ricordo”, Marco Sabatelli editore, Savona
                 Borzini al Palazzo Ducale di Genova dal 18                                                                                              1991): “ Il mondo è fatto di persone e di per-
                 marzo al 2 aprile 2017. Un vero dono per                                                                                                sonaggi. Pennone apparteneva a quest’ulti-
                 tutti i liguri, specialmente per le nuove ge-                                                                                           ma categoria. E i personaggi non muoiono.
                 nerazioni che probabilmente non  conosco-                 (1906-2004):                                                                  Il sangue di Pennone si liquefa come quel-
                 no Borzini né come poeta né come pittore.                                                                                               lo di san Gennaro e bolle e torna a circolare
                 Della  precoce  passione  per  la  pittura  ,  ha                                                                                       ogni qual volta accade di parlare di poesia.
                 scritto  lui  stesso,  “  avevano  fatto  le  spese   un protagonista                                                                   (…). E fu sempre futurista. Nato a Genova,
                 i muri imbiancati della cucina di casa che,                                                                                             adottato da Savona, in realtà era un apolide
                 ancora  bambino,  affrescavo  con  maggior                                                                                              (…)”. Pennone era un poeta legato al mondo
                 disinvoltura  di  un  Kline  o  di  un  Levee,                                                                                          dell’arte di cui si avverte fortemente  la man-
                 utilizzando  tozzi  di  carbonella.  Dai  muri   dell’arte del Novecento                                                                canza  in  una  città  che  sembra  sprofondata
                 di cucina la mia pittura si trasferì sui fondi                                                                                          in un sonno culturale, spero solo apparente.
                 di scatole di cartone che il merciaio sotto-                                                                                            Mi  auguro  che    l’esempio  vitale  trasmesso
                 casa  mi  regalava.  E  non  ebbi  più  bisogno   Remo Abelardo Borzini, “Dopo il comizio”, 2000,                                       da personalità come quelle di pennone e di
                 di  pescare  nella  carbonaia  pezzi  di  torba                olio su tela, cm. 50x70                                                  Borzini,  spinga tutti a ritrovare la voglia  di
                 perché mio padre mi regalò una minuscola                                                                                                fare cultura, di incontraci, di dibattere insie-
                 scatola di acquerelli, quindi di colori veri. E   ranea di Villa Croce,“ se chiedete al critico                                         me anche con ironia. La Liguria di Borzini, le
                 da allora i colori e i pennelli non li ho più   Borzini che cosa pensa del Borzini pittore vi                                           sue spiagge, i suoi gatti, gli uomini indagati
                 abbandonati. So di avere il vizio del segno,   risponderà: ma Borzini non è un pittore!”.                                               con  humor  nelle  loro  emozioni  e  pulsioni,
                 l’ossessione dei colori ma solo perché segno   Borzini considerava evidentemente  la  pit-  ranti” e inusuali che avvicinano i quadri alle   un segno inconfondibile e un uso vigoroso   le osterie (che ci rammentano quelle di Gigi
                 e colori mi aiutano a mettere in luce (una   tura un  utensile complementare alla ricerca   poesie, e  non limitandosi a una  riduttiva   e corposo dell’olio  su tela, nel quale si ma-  Caldanzano) parlano attraverso la poesia e
                 luce disintegrata, da acquario) gli impulsi, i   poetica alla quale si era dedicato con impe-  funzione  didascalica offrono la possibilità   terializzano  le  idee,  le  cose,  i  personaggi,   la forza evocativa delle raffigurazioni, anche
                 suggerimenti e persino le “bestemmie” del-  gno totale. Dai  suoi quadri emergono  un    di accedere a un  mondo complesso, che si   l’ambiente. I contorni netti e marcati che rita-  se il repertorio non era molto vasto (le scritte
                 la mia poesia. Un sillabario forse anche mo-  segno senza pentimenti e  l’uso dello spazio   muove  tra  l’atmosfera  quasi  rarefatta  dei   gliano lo spazio, ponendo in forte evidenza il   sui muri, le periferie di città, i poveri, i lavo-
                 notono: i soliti personaggi, lo squallore dei   quale scena teatrale, dal tratto largo e poten-  paesaggi e la stralunata peculiarità di alcuni   soggetto rappresentato, ci fanno scoprire una   ratori, le “case chiuse”, le osterie)  ovvero “la
                 fondali, la “santa miseria” di chi soffre in   te:  la stessa forza di sentimenti e di immagi-  personaggi. Nel segno delle  sue architetture   quotidianità  spesso  drammatica,  ma  anche   Santa miseria” (titolo di uno dei suoi ultimi
                 silenzio. Ma è ciò che vedo, ciò che sento. E   ni si ritroverà anche nella parola. La pittura,   essenziali,  rubate al quaderno di un bambi-  non priva di speranza. La disamina sociale   libri di versi) della vita quotidiana raccontata
                 non voglio caricare di intenzioni ciò che mi   insomma, come prima, originale e persona-  no,  Borzini  disegna  periferie  solitarie  nelle   è stata la tematica che, assieme al paesaggio,    come un affresco sociale, con rara sensibilità,
                 riesce di fare. Qualcuno mi dice che cerco   lissima sintesi visiva  diverrà in seguito per-  quali non è difficile ravvisare  echi culturali   ha interessato maggiormente Borzini. Dagli   ancora  molto moderna. Io stessa, nel 2002,
                 riparo in una costante focalità malinconica,   corso mentale per la ricerca della poesia, in   desunti da Rosai e  da Sironi. I personaggi   anni Settanta del Novecento la vena malin-  avevo curato, sempre a Savona, una mostra
                 corretta da una vena d’ironia. Ma – mi chie-  una  sorta di scambio tra le due arti.  di questo manovale/ della penna e del pennello   conica dei suoi  spaccati di vita ha lasciato il   di Borzini a Villa Cambiaso,  colmando così,
                 do – è forse un delitto essere “vegetariano”   Iniziando molto giovane a dipingere Borzini   ( così Borzini si definisce nella poesia  “Au-  posto a composizioni più morbide nei con-  dopo quasi quarant’anni, una lacuna cultu-
                 in arte? E il gioco dell’ironia è veramente il   ha percorso le suggestioni del Novecento in   toritratto”)  mostrano, in ogni caso, la purez-  torni e nelle definizioni. La tavolozza si è fat-  rale ed artistica particolarmente grave. Ricor-
                 labirinto più insidioso?”.        tutte le sue declinazioni ligustiche rimanen-  za, la verità e l’innocenza che lo animava fin   ta più accesa nei toni, nello studio della luce:   davo allora , e mi sembra una considerazione
                                                   do però  sempre libero dalle mode, attento a   dalle sue primissime prove : ”Artista lo fui da   una materia meno vibrante e impulsiva ma   valida anche oggi , che la sua tavolozza, ricca
                 È , per me, una forte emozione  ricordare   cogliere, con sensibilità innata e acuta capa-  bambino/ quando tutto ignoravo / ma ero limpi-  molto affinata, ricca di nuovi accenti ironici    dei grigi e dei neri che colmavano  gli abiti
                 Borzini, artista a tutto tondo che si è mosso   cità d’ osservazione, le svariate  declinazio-  do dentro/ come una goccia d’acqua”. È la stessa    legati strettamente alla voglia di vivere con   senza tempo di figure tozze, trattate, molte
                 a proprio agio dalla poesia alla pittura ed   ni del paesaggio ligure nei  suoi colori, nell’   purezza cristallina che muove la sua mano   gioia il proprio tempo. Borzini apparteneva   volte, in chiave bozzettistica si era nel tem-
                 è stato  anche sottile critico d’arte ( ricordo   asprezza e nella bellezza dei suoi  panora-  per  tratteggiare  un  mondo,  ormai  quasi    all’ambiente  culturale  genovese,  ma  negli   po schiarita nei toni, facendosi più accesa e
                 solo due saggi puntuali su Aurelio Caminati   mi. Ironico e amante dei paradossi, Borzi-  completamente scomparso nel tessuto della   anni Sessanta-Settanta del secolo scorso ave-  luminosa. Malinconia e ironia si mescolano
                 (in “Liguria”1959, n° 4) e su  Guido Chiti (in   ni ha spesso  fornito con i  titoli delle sue   realtà urbana: avventori di osterie,  giocatori   va tenuto in più occasioni personali a Savona   così  nei quadri di questo artista che fra le
                 “ Liguria” 1961, n°6), tuttavia  aveva scritto   opere una singolare  chiave di lettura: Chi   di briscola, uomini affaticati dal lavoro dei   nella  galleria Sant’Andrea diretta da Luigi   mille esperienze attraversate ha saputo con-
                 sempre Milly Coda  presentando  una   ras-  va chi viene, La corte dei miracoli, Uomini bui,   campi. Un universo tratteggiato a volte con   Pennone, che aveva  dedicato al suo lavoro   servarsi “limpido dentro / come una goccia
                 segna antologica  inaugurata a Genova nel   Fiaschi vuoti e sorci verdi, L’ora blu, Luna piena   ironia e a volte con garbo o con sarcasmo,   pagine  critiche  senza  eguali  (Remo  Borzini,   d’acqua”.
                 1999 presso che il Museo d’arte contempo-  e fiaschi vuoti, Stracci. Sono  “pensieri folgo-  mai con malanimo e spietatezza, attraverso   in “Liguria” 1955, n°4, pp.15-16) e  Borzini   Silvia Bottaro

                                                                                  Pigmenti Cultura


                  Periodico dell’Associazione Culturale e   Direttore responsabile:      Hanno collaborato a questo numero  Del contenuto e delle opinioni espressi   L’Ufficio dell’Associazione “Aiolfi”
                           del Paesaggio                  Silvio Riolfo Marengo      Luciano Angelini, Franco Astengo, Simone Bandirali,   negli articoli pubblicati   è sito
                     “Renzo Aiolfi” no profit, Savona                                      Alessandro Bartoli, Silvia Bottaro,   sono responsabili i singoli Autori   in Via P. Boselli 6/3 – Savona
                                                           Comitato di redazione:     Valeria Milani Comparetti, Anna Camposeragna,   che hanno anche fornito   aperto mercoledì ore 10-12
                         Direzione e redazione:        Mario Accatino, Silvia Bottaro,   Virginia Galante Garrone, Alberto Guglielmi   le immagini illustrative.   e giovedì ore 16-18
                     via P. Boselli 6/3 17100-Savona  Giuseppe Milazzo, Sonia Pedalino  Manzoni, Giancarlo Pinto, Francesco Pittaluga,   Stampato e distribuito gratuitamente   e-mail: ass.aiofi@libero.it
                   Anno IV – Numero 8 - Novembre 2017                                   Silvio Riolfo Marengo, Giuseppe Traverso,   in 2000 copie.          http://aiolficultura.blogspot.it
                                                                                                                                    Stampa:
                         Registrazione presso                                                  Ufficio Turistico              Coop Tipograf, Savona
                      il Tribunale di Savona 1/2014                                      del Comune di Castigliole Saluzzo.
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