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Presentazione


       di Bruno Marengo



       Pinuccio Bausone ci propone un’altra delle sue “invenzioni”, un’opera di pregio, di memoria, sul tragico
       affondamento di una “nave regina”, l’Andrea Doria, speronata dal transatlantico svedese Stockholm. Lo fa
       calandosi nei meandri della marineria e valendosi di un consulente esperto: Elvio Piccardo, un caro amico. Lo
       fa  in  un  modo   originale,  utilizzando  testimonianze   e  articoli   di  riviste   e  giornali  d’epoca  insieme  alle
       comunicazioni radio avvenute nel teatro della tragedia.
       Un libro che, come lui stesso mi ha precisato, nasce dalla costola di un lavoro che una decina di anni fa aveva
       realizzato, con il fratello Enrico e il figlio Luca, per ricordare la vita marinaresca del padre e del nonno
       Giovanni. Ricordi e ricerca che s'erano concretizzati in un libro, versione on line, molto esaustivo ma con una
       costruzione che lo rendeva quasi impossibile da mettere su carta. In quel libro, si trovano le vicissitudini che
       avevano accompagnato Giovanni Bausone nella sua odissea sul mare. C’è anche la tragedia dell'Andrea Doria,
       ma alcuni particolari sono rimasti un po' in ombra.
       Da qui, l’idea di Pinuccio di riprendere, in modo più completo, la storia di quel naufragio, in momenti in cui
       una drammatica pandemia ha sconvolto il mondo.  Momenti di separazione, di dolore, di angoscia. La sua è una
       goccia di memoria, un piccolo mattone alla casa della vita che non si ferma, che guarda avanti con speranza.
       E'   la   storia   triste   della   nave   più   bella   del   mondo   (varata   nel   1951   e   costruita   nei cantieri   navali
       Ansaldo di Genova Sestri Ponente, orgoglio della marineria italiana) che ci ricorda la tragedia del Titanic.
       Proprio a seguito di quella tragedia risalente al 1912, vennero migliorate le procedure di comunicazione di
       emergenza e si poterono chiamare  tempestivamente  altre  navi in  soccorso.  Le manovre  di evacuazione
       dall’Andrea Doria furono rapide ed efficaci.
       Tutto iniziò quando la nave, che aveva il nome dall'ammiraglio ligure del XVI secolo Andrea Doria, si stava
       avvicinando al porto di New York, in una calda e nebbiosa serata di fine luglio del 1956, al termine di una
       settimana di traversata. Era partita da Genova. Sull'ammiraglia della flotta italiana c’erano 1.134 passeggeri e
       572 uomini d'equipaggio agli ordini del comandante Piero Calamai, un genovese taciturno, capitano di grande
       esperienza, che tenne un comportamento esemplare sia prima che durante l’affondamento. Seppe assumere
       decisioni di grande responsabilità in tempi rapidissimi e fu l’ultimo ad abbandonare la nave. Ingiustamente
       accusato, fui poi completamente riabilitato. Morì nel 1972, proprio mentre dagli Stati Uniti gli stava giungendo
       una comunicazione di John C. Carrothers, un ingegnere navale, il primo a sostenere la responsabilità del terzo
       ufficiale   della   nave   svedese.   Gli   comunicava   che   nella   pubblicazione   ufficiale   dello   U.S.   Naval
       Institute, Proceedings,  di  cui   allegava  la   copia   di  una  pagina,  si  ratificava  la   ricostruzione  dello  stesso
       Carrothers, che lo riabilitava. La lettera conteneva espressioni di solidarietà e si concludeva così: “Abbia per
       certo, Capitano Calamai, che ci sono molti di noi, che hanno studiato questo sinistro, che sarebbero più che
       disposti a prestare servizio ai suoi ordini in qualsiasi momento”. La verità era venuta a galla, purtroppo dopo
       molti anni.

       Dunque,   il   25   luglio   del 1956   l'Andrea   Doria   venne   speronata   ed   affondata   dal
       transatlantico svedese Stockholm al largo della costa di Nantucket (USA), in quello che fu uno dei più famosi e
       controversi disastri marittimi della storia.
       Il transatlantico, con una murata completamente squarciata, si coricò su un fianco e affondò la mattina di
       giovedì 26 luglio 1956, alle ore 10,15, dopo 11 ore dalla collisione, davanti alle coste statunitensi.
       Perirono 51 persone (46 dell’Andrea Doria, 5 dello Stockholm).

       Una tragedia che scosse il mondo intero.
                  S. GIACOMO AP. (207/159)
                  Alba: 04:58 - Tramonto: 19:35 - Sciame meteoritico delle Capricornidi. - Luna: 7.26
         25 Mer
                  (tram.) 20.34 (lev.)
                  Tal ti guarda la coppa, che non ti vede la borsa


                    SS. ANNA E GIOACCHINO (208/158)
         26 Gio     Alba: 04:59 - Tramonto: 19:34 - Luna: 8.25 (tram.) 21.00 (lev.)
                    Se luglio   asciutto, buon vino spera.�
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