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Un ricordo di Ettore Canepa

                                      di Bruno Marengo

          Anni fa, dovendo scrivere una testimonianza su Ettore Canepa, in occasione
          di una sua mostra, iniziai sostenendo che vi sono cose che non sono scritte
          nelle convenzioni che regolano i rapporti tra le persone. Infatti, non avendo
          gli strumenti per dare un’interpretazione critica della mostra, mi affidai alla
          sensibilità per alcune considerazioni, intese soprattutto a ricercare nelle sue
          opere ciò che riconduce all’uomo.





























                                         Case liguri

          Feci una premessa riferita al rapporto che intercorreva tra di noi. Una
          conoscenza di vecchia data, la nostra, non diversa da quelle che legano tra
          loro le persone che sono partecipi della stessa vicenda quotidiana di paese.
          Una conoscenza che si è aperta, ad un certo momento, alla frequentazione,
          ad intense riflessioni ad alta voce che accompagnavano le nostre passeggiate
          sul lungomare di Spotorno. Non era certo la risaputa, ripetitiva cronaca
          cittadina con i suoi bisbigli, con le consuete variazioni del tempo e delle
          stagioni ad occupare i nostri pensieri. Era uno scambio di comunicazione
          che ci calava in una dimensione sospesa, come d’incanto. E che faceva da
          sfondo al nostro ragionare sull’essenza più vera ed intima delle cose; vale a
          dire, così come esse sono e non come appaiono. Una volta, in cui in una


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