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LAVORI DI RESTAURO DELLA VILLA


       Concluso   l'iter   per   l'acquisto   di   Villa   Berlingieri,   l'Opera   Pia   Siccardi   dovette
       procedere in primo luogo alla ristrutturazione dell'immobile dell'antica casa padronale
       in modo da renderlo idoneo ad accogliere la Casa di Riposo, procedendo in un
       secondo tempo al recupero della restante proprietà.
       Gli immobili identificati nell'atto di acquisto erano infatti così descritti:
          1)     …. casa civile da fondi a tetto in regione “Banca” distinta con il numero 31 di Via
          Giuseppe Verdi (già numero 5 di Via Regina Margherita) avente anche altri accessi dal n.
          71 di Via Francesco De Maestri e dal civico n. 2 di Via Canin, con annesso giardino nel
          quale sono ricavate due piccole costruzioni ad uso ripostiglio....
          2)     ….casa colonica da fondi a tetto in regione “Banca” distinta con il numero 33 di
          Via Giuseppe Verdi, con annesso terreno agricolo con entrostanti stalla e fienile...

       La redazione del  progetto e capitolato speciale d'appalto fu affidato agli arch.
       Sergio Olivieri e Giorgio Dagna  che,  nel giugno 1973, avevano già predisposto
       della stima dell'intero complesso immobiliare propedeutica all'acquisto.
       Dalla relazione di stima predisposta dai suddetti architetti, si evince che l'edificio
       principale adibito a residenza estiva dei proprietari, con annessi altri corpi di fabbrica,
       realizzati in tempi successivi, versavano in condizioni “mediocri” per lo stato di semi
       abbandono, per cui fu valutato necessario un restauro generico, mentre l'edificio su
       via Verdi costituente l'ingresso della villa risultava in pessimo stato per la presenza di
       con fessurazioni, cedimenti di soffittature, cattivo stato dei pavimenti per cui fu
       previsto un intervento di risanamento radicale.


       Erano inoltre compresi nella proprietà: il giardino-parco, che necessitava di  pulizia
       per il lungo periodo di incuria ed il frutteto e le aree agricole retrostanti, in parte
       ancora coltivate, con annessi due casotti, uno adibito a fienile e uno a stalla,.


       Con le deliberazioni n. 31 e 58 del 1974 procedette all'indizione di appalto pubblico
       relativo ad un primo intervento per la ristrutturazione e il risanamento della villa
       padronale, a seguito del quale l'appalto fu affidato alla ditta Basadonne Luigi di
       Spotorno, formalizzato   con contratto a rogito Notaio Paolo di Giovanni di Vado
       Ligure n.54736 di Rep. del 31/12/1974, per un importo di £. 124.144.358, al netto del
       ribasso offerto pari al 13,13%.


       I lavori si protrassero per due anni, con numerosi problemi di ordine tecnico e di
       lavorazione, sia per il reperimento dei materiali adatti ad intervenire in immobili
       storici, sia per  la necessità di manodopera specializzata.
       Ne   seguì un ritardo nella consegna dei lavori pattuiti ed un aumento del costo
       dell'appalto, tali da comportare  un contenzioso con la ditta appaltatrice.
       La questione fu risolta con atto di transazione fra le parti nel maggio 1979, in cui fu
       riconosciuto alla ditta Basadonne un ristoro per maggiori costi dei lavori eseguiti a
       compenso della penale per il ritardo nei giorni di consegna.



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