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E a proposito di “tempi”, ancor più lontani: un ricordo scritto dal mio amico Giannino
       Balbis   da   Bardineto   (professore   emerito   di   lettere,   poeta,   comuni   frequentazioni
       genoane-poetico-letterarie), inviatomi dopo questo mio messaggio (ce ne scambiamo
       sovente sulle “Cöse da Zena”):
       “Eh… caro Giannino… del Genoa… e de “O Presidente” non so più cosa dire. Sto
       scrivendo un libretto “Cöse da Zena”, sullo “psicodramma genoano” a partire dagli
       aneddoti che mi raccontava mio padre (classe 1905) sino ai giorni d’oggi. Un viaggio
       (nove   scudetti,   il   decimo   rubato   dai   “neri”,   la   Coppa   Italia)   attraverso   racconti
       ascoltati, poi la prima partita con mio padre (Genoa Torino 2-3 nel 1947), passando
       dalla A alla B alla C e viceversa. Mio padre, mia madre, mia moglie, i miei figli, mia
       nuora, i miei nipotini, una saga familiare-genoana. Uno “psicodramma” per tutti:
       festeggiamenti, abbracci tra tifosi, a Marassi e poi nel centro storico di Genova per la
       promozione in A. Dopo pochi giorni in serie C con punti di penalizzazione per illecito
       sportivo (“Cöse da Zena”,  avrebbe detto mio padre).  Guarda che nella saga dei
       genoani metto anche te (sei in buona compagnia: Edoardo Sanguineti dedicò poesie al
       Genoa). Ecco la poesia in sputurneize dell’amico genoano Giuliano Meirana che chiude
       il racconto (ricco di foto, cronache e formazioni):  Genoa-“Tra u russu e u bleu da
       maggia/bandéa de ‘na pasciùn,/a Nord a canta e a sbraggia/e tuttu u l’è u Grifun./A
       vuxe seculare/di puè di nostri puè,/affettu familiare,  caressa de ‘na muè./Scûdetti,
       derby, miti,/scunforti, delûxiun,/a forsa de sta driti/ûn gol, l’esaltasiun./’Na fede sensa
       etè/da gente ciù diversa./”A Genoanitè”/ e a nù l’andià mai persa.”.
       La risposta di Giannino (cosa potevo pretendere di meglio per lo svolgersi del libro
       genoano?):

       “Ciao Bruno, scusa il ritardo: siamo in trambusto per la nascita, domani, di due
       nipotine-gemelle! Ho visto al tg i disastri di Spotorno e dintorni: una vera tragedia!
       Sono  felice per il tuo  libro sul  Genoa!  Ci  voleva proprio!! E  grazie per il mio
       coinvolgimento.   Mi   farebbe   piacere   allora  che   ricordassi   che   la  mia   genoanità
       discende da mio padre, Achille, nel 1925 carabiniere di leva a Ferrara inviato in
       servizio allo stadio di Bologna in occasione della famosa finale scudetto, dove il
       Genoa vinse 1-0 dopo aver perso 1-0 in casa (il seguito lo conosciamo... grazie alla
       buonanima di Arpinati!): lui è diventato genoano quel giorno e ha trasmesso la
       passione a tutta la famiglia. Quando ero bambino, sono andato molte volte a
       Marassi insieme a lui... Partivamo da Bardineto di prima mattina, sulla Topolino a tre
       marce del medico condotto Vigliercio (anche lui genoano sfegatato, come mio padre
       che era messo comunale e come il segretario comunale Mozzoni: tutto il Comune era
       genoano...!) per arrivare giusto in tempo alla partita (non c'era autostrada e il
       radiatore andava rabboccato  più volte...). Il ritorno,  quasi sempre,  era  triste  e
       silenzioso. Ho imparato presto la lezione di Pippo Spagnolo: hai la fortuna di essere
       genoano, vuoi anche vincere?”.




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