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Resoconto scritto per il blog di Franco Astengo e Luciano Angelini:
       “Domenica 21 agosto 2016 c’è stato il debutto del mio nipotino Manrichino (8 anni)
       allo stadio di Marassi, a vedere il Genoa che giocava contro il Cagliari. La partita era
       per le ore 20,45 ma ci siamo messi in moto, con noi c’era anche mio figlio Carlo, nel
       primo pomeriggio per poter andare a visitare il Museo e lo Store genoani (Il Museo -
       Fondazione Genoa 1893 – è stato riconosciuto di rilevante interesse dal Ministero dei
       Beni Culturali)  in Porto Antico. Manrichino si è rifornito di maglietta, diario scolastico
       e vari “oggetti genoani” e poi, dopo una cenetta al “volo”, ci siamo avviati verso il
       mitico   stadio   “Luigi   Ferraris”,   per   me   e   per   i   miei   figli   una   vera   miniera   di
       indimenticabili ricordi.
       Manrichino alla vista della “Nord”, già in fermento, e del magico stadio “all’inglese” è
       rimasto senza fiato. Poi, si è “sciolto”. Con noi, sugli spalti, c’erano Michele Sbravati
       (spotornese, allenatore delle giovanili genoane) e Enrique Balbontin (il comico) figlio
       del mio grande amico, fin dall’infanzia, Patrizio.
       Dopo l’entusiasmo della scoperta, ha vissuto dei momenti tipicamente “genoani”: un
       primo tempo dominato dal Genoa, nel secondo tempo Borriello ci ha rifilato il solito
       gol dell’ex. Ma non era ancora finita: durante l’affannosa ricerca del pareggio da parte
       del Genoa, il cagliaritano Giannetti ha colpito il palo interno! Ci siamo trovati in un
       tipico psicodramma genoano che Manrichino ha vissuto, per la prima volta, dal vivo a
       Marassi. Per fortuna, quel palo tremendo ha dato la scossa: pareggio di Ntcham e poi i
       gol della vittoria di Laxalt e Rigoni. Apoteosi!!!

       Nell’entusiasmo   della   vittoria,   Manrichino   ha   fatto   una   foto   con   Sidio   Corradi
       (giocatore del Genoa dalla serie C alla serie A negli anni settanta, poi allenatore delle
       giovanili) che era seduto vicino a noi”.
       Durante il ritorno, verso Spotorno, mio figlio Carlo e Manrichino parlavano della
       partita, del carattere dimostrato dal Genoa di Juric, dei brividi provati, della necessità
       che il Genoa si rinforzi in difesa, della bella prova di Laxalt, di Izzo e di Nicham e
       soprattutto del rischio di nuove “marachelle” de “O Presidente Preziosi” (vendite dei
       migliori   giocatori   sempre   incombenti,   liquidazione   –mai   perdonata-   del   grande
       “Gasperson”). Non che i precedenti presidenti non vendessero i giocatori “buoni”.
       Spinelli “smontò” un grande Genoa, dopo averlo costruito. Fossati per giustificare le
       vendite ed i mancati acquisti diceva: “Pe forsa! A nu sun miga u prescidente da
       Giuventus!!! U nu gh’è u pussu de san Patrisiu!”. E’ l’antico destino di quelle squadre
       che si devono “arrabattare” ogni anno con la dura legge della sopravvivenza.
       Il “debutto” di mio figlio Carlo a Marassi non fu fortunato: settembre del 1982,
       seconda giornata del girone di andata, Genoa Fiorentina 0-3. Era il Genoa di Gigi
       Simoni.
       Con noi c’erano Patrizio e suo figlio Enrique.
       Più fortunato fu mio figlio Mario al suo debutto a Marassi il 9 gennaio 1983 (sempre
       con tutto il “gruppo” con l’aggiunta di Marino Santiglia): Genoa-Juventus 1-0 - rete di

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