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Mario, Manrico, Carlo, Ettore, a Torino, prima di un Derby in TV
            Nel novembre del 2015, mi trovavo ricoverato presso l’Ospedale di Savona non messo
            tanto bene. Mio compagno di stanza (anche lui acciaccato) era Dino Gambetta da
            Luceto (Albisola Superiore), un artista, un valente ceramista. Si parlava d’arte, di
            cultura, di politica, di amici comuni, per far passare il tempo e dimenticare i malanni.
            Una domenica, gli chiesi se poteva “prestarmi”, durante il pomeriggio, una radiolina
            che teneva sempre accesa sul comodino. Giocava il Genoa, in casa con il Sassuolo,
            potevo risparmiarmi un possibile psicodramma? La voce del radio cronista andava e
            veniva: Genoa gol!!! 51° Rincon, el general! 4° minuto di recupero gol di Acerbi del
            Sassuolo… rabbia… costernazione… sconforto… la radiolina si sente male… fruscii,
            disturbi… Dino che, stupito dalla mia prostrazione, mi consola. Un urlo dalla radiolina:
            goooooooollll del Genoa!!! Pavoletti al  5° minuto di recupero!!!! Partita finita!!!
            Marassi in delirio!!! Grande Genoa!!! Psicodramma sventato!!! E nella mia stanza di
            ospedale   si   fa   festa:   una   giovane   infermiera   esulta,   un   degente   che   stava
            passeggiando   nel   corridoio,   portandosi   dietro   una   flebo,   si   affaccia   dalla   porta
            incredulo: “Ghe l’emmu fæta???” Non servono commenti: “Cöse da Zena…”.

                                                     Stadio ; Luigi Ferraris (19.347 spett.)
             Genova              Genoa 2–1    Sassuolo
             22 novembre 2015,                         Arbitro: Rizzoli (Bologna)



            Restando a “partite dall’ospedale”: una domenica andai con mia moglie Ornella, a
            trovare l’amico Patrizio, il “Duca”, ricoverato nell’Ospedale di Arenzano. Lo trovammo
            intento ai “preparativi e agli scongiuri” per ascoltare la partita del Genoa alla radio.
            Aveva già fatto comunella con i genoani ricoverati ed individuato un sampdoriano che
            andava “tenuto d’occhio”.

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