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E poi?
«Poi ho avuto un incidente, l’anno dopo morì mio papà. Io andai a vedere una partita
del Genoa, che giocava in serie B. Il Grifone vinse 5-0, io ero talmente deluso dalla
Sampdoria che sono diventato genoano, al punto di scrivere l’inno per il centenario.
Una cosa strana, anche perché per me il calcio è sempre stata una cosa seria».
“Resto del Carlino”,
12/9/2018
Francesco Baccini
(Genova, 4 ottobre 1960)
Cantautore della scuola
genovese tra i più eclettici
del panorama musicale
italiano.
“
Ripropongo, a questo punto,
la poesia di Giuliano
Meirana, amico genoano e
poeta sputurneize, scritta
una sera in casa mia, nel
2002:
Genoa
“Tra u russu e u bleu da maggia/bandéa de ‘na pasciùn,/a Nord a canta e a
sbraggia/e tuttu u l’è u Grifun./A vuxe seculare/di puè di nostri puè,/affettu
familiare, caressa de ‘na muè./Scûdetti, derby, miti,/scunforti, delûxiun,/a forsa de
sta driti/ûn gol, l’esaltasiun./’Na fede sensa etè/da gente ciù diversa./”A
Genoanitè”/ e a nù l’andià mai persa.”.
Mi ha fatto bene dedicare un po’ del mio tempo a mettere insieme questo miscuglio di
passione calcistica, di sentimenti, di ricordi, di racconti, di volti di amici, che attraversa
il tempo che scorre. Mi sono distratto, prendendomi qualche boccata d’ossigeno, dalle
azioni sconsiderate e sgangherate della politica che ci vengono propinate a getto
continuo; dagli spot, dagli slogan, dalle gaffe e dai selfie. Una politica praticata, in
grande misura, con incompetenza ed irresponsabilità; “senza codice né alfabeto”,
citando il poeta Mario Luzi. Il rispetto della dignità degli altri individui, dei diversi e
della natura sono considerati dai più un modo di essere obsoleto. Conta la furbizia, il
cinismo, l’assecondare forme di egoismo ingiustificabili sacrificando la verità e
un’analisi seria dei fatti che si susseguono, per un voto, per una fetta potere. Crescono
le disuguaglianze, c’è la sensazione di una deriva verso il peggio.
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