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                    «Anche io lo sono, per la prima volta», fece lei
                 più sollevata e ringraziando, mentalmente, quel
                 mare così miracoloso.

                    Cenarono in allegria e poi, nella villa, calò un
                 grande imbarazzo: era giunta l’ora di andare a
                 dormire. Il professor Lanterna si sdraiò sul letto
                 matrimoniale mentre il suo primo amore si
                 sistemò in una camera vicina. Le porte erano
                 aperte e si misero a parlare. Che emozione! Il pro-
                 fessore sperava che lei lo raggiungesse ma, al
                 tempo stesso, era in grande imbarazzo.

                    Lei bussò ed entrò in camera sdraiandosi vicino
                 a lui. Passarono la notte a parlare, a raccontarsi gli
                 anni andati. Una notte così valeva tutta una vita.

                    Al mattino, lei si tuffò in piscina.
                    «Alla faccia di mia moglie che non me la faceva
                 mai usare con la scusa che tanto io facevo il bagno
                 in mare», pensò il professore.
                    Lei, non avendo il costume, si era tuffata in
                 mutandine e reggiseno. Non aveva le fattezze
                 descritte da Neruda ma si difendeva ancora. Il
                 professore era com’estasiato e, per non sfigurare,
                 si tuffò in jeans e canottiera.
                    Lei continuò a ridere, poi s’infilò un accap-
                 patoio del professore e gli preparò la colazione.
                 Che paradiso!
                    Il professor Lanterna le parlò di Lawrence che,

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