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«Ecco la porta… è rimasta viva e vegeta ad
aspettarci… anche se a bagnomaria… ora che la
vedo non è più un mitico ricordo della giovi-
nezza... è un’amica ritrovata con la quale è bello
stare», lei pensava a voce alta.
Il Professor Lanterna sognava ad occhi aperti.
Si era verificato quello che riteneva impossibile:
lui e il suo primo amore che andavano incontro
alla porta dell’apparizione, che li aspettava piena
di promesse e di sogni mai avveratisi.
Il professore si mise a recitare dei versi di Pablo
Neruda: «Nuda sei semplice come una delle tue
mani,/liscia, terrestre, minima, rotonda, traspa -
rente,/hai linee di luna, cammini di mela,/nuda sei
sottile come il grano nudo. Ho sempre pensato a
te quando leggevo questi versi», le disse.
«Lanternino che dici? Quando mai mi hai vista
nuda?», lei rideva divertita.
«Ti ho vista in due pezzi ed ho immaginato…
ma siamo sempre in tempo», proseguì il pro-
fessore.
«Resteresti deluso… pensi che io sia ancora
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente?»,
continuava a ridere
«Se è per questo io sono addirittura impresen-
tabile», ora rideva anche il professore.
«Allora terremo la luce spenta», lei lo
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