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          mare, dando la schiena alla pista da ballo. Quando
          lo vedeva spuntare, da dietro una siepe di pito-
          sforo, gli sorrideva. A volte, quando lui si sedeva
          su di una panchina della passeggiata, cantava una
          vecchia canzone americana dal titolo I’am in the
          mood for love: «Quando ti stringi a me/quando ti
          guardo in viso/ritrovo il paradiso/la mia
          felicità/Quando ti stringi a me/le tue pupille
          belle/brillano come stelle/Quando ti stringi a
          me/Son vane le parole/cosa ti posso dir/per me sei
          più del sole/i nostri cuor/sono un sol cuor/Guarda
          lassù nel ciel/tutte le stelle d’oro/cantano tutte in
          coro/Quando ti stringi a me». Sapeva che gli
          piaceva molto.

             Si erano conosciuti durante le prove della can-
          toria parrocchiale, che lui dirigeva. Lei cantava da
          soprano e suonava l’armonium. Avevano in
          comune la passione per la musica.

             Don Lupo, quando lesse la notizia del mare che
          si alzava, si mise a ridere: «Ah… ah… chissà se
          anche stavolta il Trombetta troverà un rimedio dei
          suoi».

             Il sindaco gli era antipatico, con quelle sue arie
          da superuomo. Il suo motto era: «Se i privati
          vogliono investire: ponti d’oro!». Don Lupo non
          sopportava quei ponti d’oro e la cricca che si era
          formata intorno al Comune. Durante la messa, li

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