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                  diValleggia
                                             SS Tedesche


                                                            cata, era opprimente,







                                       Dopo aver lasciato l'occupazione


                                          nuo allarme e sospetto Era un vero inferno
                     brica, disperdendoci verso  I aperta campagna

                                                               ll clima del penultimo anno di guerra nell'ltalia

                                                               spac
                           tedesco nella fabbrica. Per la paura, scappammo  tutti,
                                             e fasciste, cì coslringeva a vivere in conti-
                                                         Si respirava un aria di precarÌetà e nello stesso  tempo
                                                   pleto. Avevo sempre farne, avevo 19 anni La tensione
                                       alia Piaggio  di Finale,
               paura di essere preso e portato in Germania, Ne par-
                                    andai a lavorare nella Brown- Boveri a Vado Ligure. Un
                                 giorno, mentre lavoravo al reparto rettifica come appren-
                                                      di speranza e la pancia reclamava almeno un pasto com-
           lammo in famiglia e mia madre,  d'accordo con la zta
                                                per sfuggire alle bombe,  ai mitragliamenti, alle retate  delle
                  Da allora al lavoro  non mi presentai più, per la
                              dista, si sparse la voce che era in atto un rastrellamento
                        giovani e meno  giovani;  scavalcammo la cinta della fab-
                     nella zona
                                                                               PTI.|ULTII-{O Al.lNO DI GUERRA, PRI}lA DtttA IINT
    Ò3
                                 del coprifuoco,
                                          una serata  "boccaccesca"
           scalare i muri che dividevano
                           notte, poi le ragazze  tornarono
                     mire nella capanna del  "?uzzeu",
                                                         piano sopra lerboristeria Damonte.
                                                Dopo, per rompere la monotonia,
                              Così avvenne e ci intrattenemmo
                        nelle vicinanze,  mentre noi due dovevamo



                                    (i suoi genitori erano sfollati nelle gallerie  ferroviarie)
                                                   deva in quantità:  rimasi Iì nascosto quasi  un mese,
               incontrare  la ronda dei soldali  tedeschi,  cominciammo
                                          con due ragazze  spotornesi.
                                                      leggevo mollo, specie romanzi,  che mia cuglna  posse-
                        andare a dor-
                                                         Per passare  il tempo
                     in localita Crovetto  Da
                                                            dove abitava con la figlia Caterina, in vlco Albini, all ultimo
            gli orti sotto la ferrovia,  e,
                                                               "Bilia",  sorella dl mio padre, mi fece rifugiare in casa sua,
                                             cuore Vincenzo Daniele,  detto  "Censin",  organizzammo
                                                con il mio amico del
                                    prima
                           alle loro case, che erano
                              sin verso la mezza-
                                       Si trattava dr trovarsi a casa di  "Censin"  in vico Balilla
                  vico Cairoli, per non percorrere viaMazzini col pericolo  di
               a
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