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                                nosciuta









                                            Maria, suo figlio Gerolamo,
                          alto solo un metro e mezzo,
                                                  anche la famiglia Marengo,



                                                               Alcuni gìorni dopo il bombardamento



                    gedia. ll 12 agosto  ci fu un duro bombardamento
              cento metri in linea d'aria da dove eravamo alloggiati


                                                                              U AGOITO. It BO}IBARDA}IENTO DI TOIIE l.lOLI
                                      mente arredala, vicino alla chiesa Parrocchiale  di Tosse,
                             un rifugio antiaereo ricavato nella terra della montagna,
                 colpì la fraztone diTosse,  "Ca  de Badin", che distava  appena
                                come "a Maria de Tusse". C'era, vicino a casa,
                                   di proprieta di una donna che vestiva da uomo ed era co-
           Era una mattinata di sole e ogni tanto il cielo veniva
                    aereo che
                                                           cidemmo  per la paura,  difuggire in un posto piu tranquillo:
                       Eravamo sistemati  da alcuni giorni quando  accadde ia tra-
                                         Bruno. Trovammo alloggio  in una vecchia casa, mala-
                                            la moglie Rosina ed il piccolo
                                               cieco, sua moglie,  miazta  "Letta",  Vlaria Cerutti, sua figlia
                                                     Marino di appena un mese ed io lnsieme a noi vennero
                                                        Tosse, frazione di Noli, Mio padre, mia madre, il piccolo
                                                  mio zio Cttavio, anziano e
                                                              su Spotorno,  de-
   Ò3
                                                        sconvolta
                                                           passavano
                                era immobile.
             le cicale, ripresero
                                                        dalle bombe.
                                               anche noi, uno accanto all'altro,



           gnava le 1  '1  ,1 5 Forse  i primi soccorritori





                                            Di lì a poco, lo scoppio delle bombe Cadevano
                                                              oscurato dallo stormo di forlezze volanti americane,
                             Quando  la terra cessÒ di tremare,  uscimmo  all aperlo:
                 sotto le macerie si era gìa disperso nellaria, Nel silenzio,
                                                  "Tavin", cieco, adagiandolo  su una branda. Ci rifugiammo
                    bile; anche l'urlo e l'ultimo respiro di quella povera gente
                       fumo;  il rombo degli aerei era ormai lontano, impercetti-
          udirono soltanto
             a cantare: lorologio del campanile se-
                          il sole era oscurato da una grande nube di polvere  e di
                                   aveva in braccio il piccolo Marino. ll tempo, incalcolabile,
                                         nostra  testa del terriccio e delle pietre perchè  il rifugio non
                                            sulla
                                      era stato cementato  Col corpo riparai mia mamma  che
                                                           sulle nostre teste, di ritorno da Torino gia
                                                     Allarmati,  trovammo  il tempo  di portare nel rifugio lo zio
                                                              che
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