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convinto che la corrispondenza avrebbe potuto portare qualche dispiacere,
qualche fastidio. Il vero dolore, però, avrebbe potuto arrivare solo per
telegramma.... che io non dovevo recapitare, non rientrando nei miei
compiti. Purtroppo la guerra ha cambiato le mie previsioni, ha sconvolto il
mio lavoro e mi ha portato ad essere complice inconsapevole di notizie
dolorosissime. In un primo tempo ci furono le cartoline precetto, quelle che
portavano via i padri di famiglia o i figli. Le tenevo in tasca fino all' ultimo
giorno possibile per la consegna. Mi pareva giusto protrarre di qualche
giorno la cattiva notizia. Era la mia resistenza alla guerra. Ero contro la
guerra anche quando avevo partecipato, da marinaio, a quella del 15/18. Ero
al forte di Bard, in Val d'Aosta, e lì ho incontrato tuo padre, reduce dal
fronte, sfinito e affamato. Le prime parole che mi rivolse furono : “ho
fame”. Gli feci avere del pane, del formaggio ed anche una mezza borraccia
di vino. Seppi dopo che aveva scambiato il vino per una pagnotta.” “Ti ha
mai raccontato questo fatto?”
“No, caro Vincenzo, neanche sotto tortura mio padre avrebbe confessato di
aver barattato il vino con il pane”
“ Tu vuoi stemperare il mio discorso con l'ironia. Ma sai immaginare il mio
stato d'animo quando arrivano quelle buste bianche, di carta dura, con su
stampato Ministero della Guerra? Sapevo cosa contenevano: un foglio con
scritto ' il soldato.... deve ritenersi disperso perché non tornato alla base...' Ti
rendi conto cosa significava per uno come me, che aveva timore di
dispiacere alla gente portando una lettera non favorevole alle aspettative,
dover consegnare una simile notizia?
Avevo concordato con gli abitanti delle case sparse di lasciar loro la posta in
una latteria. Passavano a ritirarla il giorno dopo. Una delle volte, che mi
capitò di consegnare una di quelle famigerate lettere, non potevo
ovviamente lasciarla in latteria, dovevo salire alla casa in indirizzo per la
consegna. Sai quante volte mi sono proposto di non andare? Sai quante volte
mi sono girato per ritornare all'ufficio Postale e poter dire a qualcun altro di
consegnare quella lettera?”
Caro Vincenzo, non è la consegna della posta che ti ha reso un personaggio
amato, che ti ha fatto entrare nel cuore della gente, ricordare con nostalgia.
E stato il modo in cui consegnavi la posta, la tua partecipazione, il non voler
consegnare quelle lettere, quelle cartoline. Hai cercato di lenire il dolore
della gente, hai sofferto con i destinatari di quelle cartoline, che cercavi di
portare in ritardo per risparmiare anche poche ore d'angoscia. Sei stato una
brava persona. Per questo ti abbiamo voluto bene e ti ricordiamo con affetto.
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