Page 21 - pagine1-104
P. 21

convinto che la corrispondenza avrebbe potuto portare qualche dispiacere,
          qualche fastidio. Il vero dolore, però, avrebbe potuto arrivare solo per
          telegramma....   che   io   non   dovevo   recapitare,   non   rientrando   nei   miei
          compiti. Purtroppo la guerra ha cambiato le mie previsioni, ha sconvolto il
          mio lavoro e mi ha portato ad essere complice inconsapevole di notizie
          dolorosissime. In un primo tempo ci furono le cartoline precetto, quelle che
          portavano via i padri di famiglia o i figli. Le tenevo in tasca fino all' ultimo
          giorno possibile per la consegna. Mi pareva giusto protrarre di qualche
          giorno la cattiva notizia. Era la mia resistenza alla guerra. Ero contro la
          guerra anche quando avevo partecipato, da marinaio, a quella del 15/18. Ero
          al forte di Bard, in Val d'Aosta, e lì ho incontrato tuo padre, reduce dal
          fronte, sfinito e affamato. Le prime parole che mi rivolse furono : “ho
          fame”. Gli feci avere del pane, del formaggio ed anche una mezza borraccia
          di vino. Seppi dopo che aveva scambiato il vino per una pagnotta.” “Ti ha
          mai raccontato questo fatto?”
          “No, caro Vincenzo, neanche sotto tortura mio padre avrebbe confessato di
          aver barattato il vino con il pane”
          “ Tu vuoi stemperare il mio discorso con l'ironia. Ma sai immaginare il mio
          stato d'animo quando arrivano quelle buste bianche, di carta dura, con su
          stampato Ministero della Guerra? Sapevo cosa contenevano: un foglio con
          scritto ' il soldato.... deve ritenersi disperso perché non tornato alla base...' Ti
          rendi   conto   cosa   significava   per   uno   come   me,   che   aveva   timore   di
          dispiacere alla  gente portando una lettera non favorevole alle aspettative,
          dover consegnare una simile notizia?
          Avevo concordato con gli abitanti delle case sparse di lasciar loro la posta in
          una latteria. Passavano a ritirarla il giorno dopo. Una delle volte, che mi
          capitò   di   consegnare   una   di   quelle   famigerate   lettere,   non   potevo
          ovviamente lasciarla in latteria, dovevo salire alla casa in indirizzo per la
          consegna. Sai quante volte mi sono proposto di non andare? Sai quante volte
          mi sono girato per ritornare all'ufficio Postale e poter dire a qualcun altro  di
          consegnare quella lettera?”
          Caro Vincenzo, non è la consegna della posta che ti ha reso un personaggio
          amato, che ti ha fatto entrare nel cuore della gente, ricordare con nostalgia.
          E stato il modo in cui consegnavi la posta, la tua partecipazione, il non voler
          consegnare quelle lettere, quelle cartoline. Hai cercato di lenire il dolore
          della gente, hai sofferto con i destinatari di quelle cartoline, che cercavi di
          portare in ritardo per risparmiare anche poche ore d'angoscia. Sei stato una
          brava persona. Per questo ti abbiamo voluto bene e ti ricordiamo con affetto.





                                                                                 21
   16   17   18   19   20   21   22   23   24   25   26