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La zia Maria, zitella dal buon cuore, quando prendeva qualcuno a benvolere
cercava di farsi in quattro ed aveva già mandato parecchi clienti a quel
ragazzo cui aveva iniziato a voler bene.
-Ah sei il nipote della lattaia?-, fece Lupo squadrandolo...
-Sì, mi manda lei-, rispose Bruno porgendogli i due libri da rilegare.
-Quanti anni hai?-. Lupo intanto esaminava i libri con occhio da esperto.
-Sedici compiuti-, Bruno non proseguì perché la faccia seria di Lupo lo
metteva in soggezione.
-Va bene, saranno pronti la settimana prossima e se hai qualche amico che
ne ha degli altri da rilegare mandamelo perché ho bisogno di lavorare;
voglio andarmene da qui-, gli fece Lupo riponendo i libri in un vecchio
armadio.
-Perché, non ti trovi bene?-, fece Bruno incuriosito.
-Non è questo, qui c'è della brava gente, ma è un ricovero per vecchi; io
sono giovane, voglio vivere per conto mio. Ho passato la vita in un Istituto.
Ora vorrei, anche a prezzo di sacrifici, fare la mia vita senza dover sempre
elemosinare, ringraziare qualcuno-
Lupo per un attimo si aprì e Bruno capì il perché di quel carattere così duro;
capì il perché del nome "Lupo".
Ne nacque una grande amicizia e quando Lupo si stabilì in uno scantinato
umido, -ma tutto suo-, Bruno non fu tra quelli che non riuscivano a capirne
il perché.
Lupo, per incrementare le entrate, visto che libri da rilegare non ce n'erano
molti, d'estate vendeva bibite sulla spiaggia. Bruno a volte lo vedeva passare
con il secchio sulle spalle pieno di bottigliette e di ghiaccio. Arrancava
zoppicando, per ripararsi dal sole portava un cappellaccio di paglia. I
bagnanti avevano incominciato a conoscerlo e compravano volentieri da lui;
quando doveva togliere i tappi alle bottigliette a causa del braccio
gravemente menomato si trovava in difficoltà e spesso i bagnanti cercavano
di aiutarlo, ma lui non voleva ed insisteva con il cavatappi sino a che,
sorridente, riusciva a consegnare la bottiglietta stappata e ritirava soddisfatto
i soldi, armeggiando nelle tasche del grembiule per il resto. Bruno avrebbe
voluto dargli una mano in qualche modo, ma Lupo era molto suscettibile.
L'unica cosa che era riuscito a fare era stata quella di procurargli una
vecchia bicicletta che aveva accettato chiarendo, però, di prenderla in
prestito. Non è che Lupo andasse in bicicletta; se ne serviva per appoggiarvi
il secchio pieno di ghiaccio che ritirava presso un'osteria del paese.
-Come è andata oggi?-, gli chiedeva, a volte, Bruno.
-Scif, scif, scif, scif-, gli rispondeva, quando era andata bene mimando il
gesto di stappare le bottigliette ed imitando il rumore dell'aria che usciva
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