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Il Postino Toso
di Ettore Canepa
Vincenzo Toso “il Postino”
Vorrei ricordare alla gente di Spotorno il postino Vincenzo Toso. Nel farlo,
preferisco ricordarlo come Vincenzo Toso il postino. La professione lo ha
posto al cospetto dei cittadini e lo ha fatto conoscere, ma è stata la sua
umanità a delinearne il personaggio.
La sua particolarità era quella, oltre la puntualità, di “consegnarci” ogni
giorno la posta a mano. A quel tempo erano poco usate le cassette disposte a
ricevere le lettere. La consegna veniva eseguita, per lo più in strada a
contatto diretto, da persona a persona.
“Vincenzo, ha posta per me?” era la domanda che si sentiva dire in
continuazione. La risposta sia positiva che negativa, era come un grugnito.
Per comprendere il significato occorreva aspettare un attimo e vedere se
cercava tra le molte lettere tenute in mano. Era questo il segno positivo. Non
si muoveva mai a vuoto e si dava da fare anche se la richiesta veniva fatta da
persona abitante all'altro capo del paese rispetto a dove stava distribuendo la
posta. In caso di un suo impedimento, lo sostituiva la signora Iside, come il
marito precisa e attenta.
“Conosco tutti”, mi diceva “e conosco anche i loro pensieri, i timori, le
speranze. Il mio grugnito è una forma di difesa, per mantenere un piccolo
distacco. Il mio cuore, però, è già coinvolto: la mia intuizione, la mia
percezione mi costringono alla partecipazione agli eventi. Quando ho
assunto l'incarico di portalettere, mi sono posto questo problema e mi sono
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